2015-09-11 11:52:00

Arcivescovo di Bangui: Papa in Centrafrica per i poveri e la pace


Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana: queste le tappe del viaggio che il Papa compirà dal 25 al 30 novembre prossimi. Sarà la prima missione in Africa del Pontificato. Grande l'attesa delle popolazioni cattoliche e non, specialmente in Centrafrica, Paese dilaniato dalle violenze e dove il Papa si recherà gli ultimi due giorni del viaggio apostolico. Antonino Galofaro ha raccolto il commento dell’arcivescovo di Bangui e presidente della Conferenza episcopale centrafricana, mons. Dieudonné Nzapalainga:

R. – Le Saint Père vient pour nous visiter: le pasteur vient visiter les pauvres, pour …
Il Santo Padre viene a farci visita: il pastore viene a trovare i poveri, viene per invitarci al dialogo e alla riconciliazione. Il Santo Padre viene da noi prima di inaugurare il Giubileo della Misericordia: questa è la premessa della nuova alba che noi speriamo per il nostro Paese!

D. – Egli viene in un Paese con una situazione di particolare violenza. Cosa si aspetta lei da questa visita del Papa in Centrafrica, in questo particolare contesto?

R. – Nous espérons que le Pape come Pontife qui vient dans notre Pays, que les uns les autres nous …
Noi speriamo che la venuta del Papa nel nostro Paese ci aiuti affinché riusciamo, gli uni nei riguardi degli altri, a superare i nostri rancori, il nostro odio e le nostre divisioni, che riusciamo a tenderci la mano, che possiamo tutti – nel nome di Dio – darci la mano e riconciliare la Repubblica Centrafricana affinché si possa comprendere che nel nostro Paese ci sono anche persone che amano Dio, che si amano tra di loro e che continuano a lavorare insieme.

D. – I centrafricani – i cattolici ma anche tutti i centrafricani – cosa si aspettano da questa visita e come riceveranno il Papa?

R. – Il y a un grand engouement ici pour nous. C’est d’abord …
C'è un grande entusiasmo. Intanto, dal punto di vista della fede: noi, tutte le Chiese insieme, abbiamo composto una preghiera per la circostanza, recitata e cantata; e ormai, ogni giorno nei nostri media sono riservati degli spazi per parlare della visita del Papa. I centrafricani aspettano il Padre, aspettano di ricevere il messaggio di gioia portato da questo pastore; aspettano di vedere quest’uomo della riconciliazione camminare sulla nostra terra. Dio viene tra di noi attraverso il Santo Padre per toccare i nostri cuori e inoltre abiterà tra di noi: tutti questi sono simboli molto forti per i centrafricani e noi siamo in attesa della venuta del Santo Padre.

D. – Il Papa va in Centrafrica, ma anche in Kenya e in Uganda: una regione – per quanto riguarda soprattutto il Kenya – colpita dal terrorismo. Cosa significa questa visita del Papa per la regione nel senso più ampio?

R. – Donc, ces endroits, comme vous le voyez bien, …
In queste aree, come è noto, molti centrafricani, kenyoti e ugandesi, sono credenti: la religione esiste per consentire all’uomo di incontrare Dio, di incontrare il fratello; la religione non esiste per dividere, separare e distruggere. Credo che questo sia un segnale forte per l’Africa lacerata, affinché possiamo camminare insieme verso il dialogo e la riconciliazione.








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