2015-09-10 14:19:00

Giornata prevenzione suicidi: oltre 800 mila i casi nel mondo


Si celebra oggi la 13° Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio (10-11 settembre), sponsorizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e promossa dall’International Association for Suicide Prevention (Iasp). Per l’occasione, oggi e domani, si terrà un convegno scientifico sul tema “La prevenzione del suicidio: avvicinarsi e salvare vite” per riflettere su un fenomeno sempre più drammatico nella società contemporanea: ogni anno, afferma l’Oms, più di 800.000 persone nel mondo si tolgono la vita. Il suicidio è la seconda causa di morte nei ragazzi di 15-29 anni a livello globale. Maria Caterina Bombarda ne ha parlato con il professore di Psichiatria Maurizio Pompili:

R. – Il suicidio è circondato da stigma e tabù, cioè da connotati negativi che pongono l’accento sullo starne lontano, non doverne parlare, non doverlo considerare come problema invece grave nella società attuale. Un problema che annovera circa 800mila di suicidi ogni anno nel mondo, oltre 4 mila in Italia dei quali non si vuole parlare. Invece, parlandone, il fenomeno di stigmatizzazione perde notevolmente importanza: cioè, si fa prevenzione per qualsiasi causa di mortalità, si fa pochissima prevenzione per la mortalità per suicidio. Oggi, finalmente, la società civile si sta rendendo conto che invece la salvaguardia della vita, significa anche fare una efficace prevenzione.

D. – Quali sono le principali cause che portano al suicidio?

R. – Ci sono più cause. Sicuramente le perdite, in generale, sono un fattore di rischio importante, affettive come economiche, materiali come simboliche, l’abuso di sostanze… Il ruolo del disturbo psichiatrico è un tassello, non è quello centrale, ma può contribuire. Il non vedere futuro, laddove il soggetto vede la mancanza di aspettative future, lì viene coltivato il rischio di suicidio. E quindi abbiamo visto anche a causa alla crisi economica le perdite sono state notevolissime, perdite sia finanziarie che di immagine, perdite di valori come di prospettive future. E quindi questo ha ridotto nella società odierna proprio la visione per un futuro più roseo e più sicuro.

D. – Stando sempre ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, alcuni dei Paesi stanno cercando di ridurre gli strumenti più usati per togliersi la vita per limitare il tasso di suicidi. Secondo lei questo può bastare, cioè a che punto siamo nella prevenzione del fenomeno?

R. – Quella della riduzione dell’accesso ai metodi letali è un’ottima misura preventiva perché abbiamo studi che ci dicono che laddove è stato ridotto l’acquisto di armi si sono ridotti i suicidi. La campagna che si può fare nelle stazioni, nelle metropolitane, può aiutare a disincentivare il potenziale suicidario. Oppure, in alcuni contesti, si è passato a ridurre la vendita di alcuni farmaci. Quindi, ridurre l’accesso ai metodi letali è una delle misure preventive che si può raccomandare.

D. - In quali Paesi si verifica più frequentemente il suicidio?

R. - Ci sono nazioni a più alto rischio di suicidio, ad esempio l’ex Unione Sovietica che ha dei tassi veramente molto allarmanti; l’Asia, il Giappone, a livello più intermedio gli Stati Uniti, e il Centro Europa che è tradizionalmente quello più colpito, se dovessimo parlare di contesto europeo.

D.  – Che cosa rappresenta per voi questa Giornata?

R.  – La Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio è un emblema in tutto questo che testimonia la volontà di confrontarsi con il tema, di promuovere informazione corretta, di andare sui mass media, di confrontarsi non solo con professionisti ma anche con gente comune, di porre l’accento anche su tutta quella grande popolazione che sono i “survivors”, cioè che sono color che hanno perso un caro per suicidio. Lì il tabù è ancora più grande, lì intere famiglie vengono lasciate a se stesse.








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