2015-09-10 14:33:00

Fondazione Ente Spettacolo: giovani continuano ad amare il cinema


Cinema e giovani, cinema e dialogo interreligioso: con due iniziative presentate nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia, la Fondazione Ente dello Spettacolo rinnova il suo servizio alla Chiesa, alla società e al mondo del cinema. Dal nostro inviato a Venezia, Luca Pellegrini:

I giovani vanno al cinema. Con la ricerca “Cinema e giovani italiani”, l'Istituto Toniolo di Milano ha scoperto che il 53% di quelli intervistati, in una età compresa tra i 19 e i 30 anni, frequenta la sala. Infatti, si scopre che soprattutto gli under 25, nonostante il costo per loro alto del biglietto, hanno un forte attaccamento nei confronti della sala cinematografica, soprattutto nel Sud dell'Italia, che dà loro la possibilità di fruire di una maggiore socialità e di tecnologie avanzate, di condividere gusti, idee e passioni. Don Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, spiega l'importanza dei dati presentati in questi giorni alla Mostra del Cinema:

“La Fondazione Ente dello Spettacolo, che è emanazione della Conferenza episcopale italiana, si dà come missione proprio questa: quella di stare un mezzo, di stare nel mondo della produzione cinematografica, nel mondo istituzionale della realtà cinematografica, ma di stare anche nel pubblico e per il pubblico. Quindi questa funzione di cerniera non può farci nascere la domanda: ‘Ma chi sarà il pubblico del futuro? Chi è che può accettare la sfida di vivere la realtà della Fondazione cinematografica come esperienza culturale?’. Da qui, allora, la necessità di capire perché e come i giovani potranno ancora andare al cinema. La ricerca ci sorprende, la ricerca che l’Istituto Toniolo ha curato per noi in modo esclusivo; ci sorprende perché si va oltre il luogo comune di un giovane che vuole stare semplicemente davanti a casa a "scaricarsi" un film. Non è così: i dati smentiscono questo luogo comune. Quindi ci diamo questa missione: conoscere un nuovo pubblico e essere al servizio di questa esperienza culturale che, per la società e per la Chiesa, ha molto da dare e da dire”.

Il commento di Rita Bichi, professore di Sociologia alla "Cattolica" di Milano e curatrice di questo Rapporto, conferma l'importanza della ricerca e spiega la sua finalità:

“L’Istituto Toniolo si occupa ovviamente di una vasta gamma di temi e di problemi inerenti la condizione giovanile in Italia, dal lavoro, allo studio, alla formazione, al loro atteggiamento nei confronti della famiglia, dei valori e moltissimo altro. Questo aspetto dei consumi culturali e in particolare dei consumi cinematografici ha comunque un aspetto molto interessante da sondare, che può essere utile come conoscenza per molte e diverse ragioni, per molti e diversi operatori in Italia. Sicuramente è una ricerca che può interessare un più vasto pubblico: i giovani stessi, per esempio, ma anche i loro genitori per sapere qualche cosa di più dei gusti e degli atteggiamenti, dei comportamenti dei propri figli. E poi, un pubblico ancora più vasto che è interessato comunque al mondo del cinema e a quello giovanile”.

Inoltre, sempre don Davide Milani ha presentato la nuova formula del "Tertio Millennio Film Fest", rassegna della Fondazione nata nel 1997 con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura e quello delle Comunicazioni Sociali. A partire dalla prossima edizione in autunno il Festival sceglierà film e temi nel segno del dialogo interreligioso e culturale chiamando a collaborare rappresentanti delle comunità cattolica, protestante, ebraica e musulmana. Una prospettiva suggerita dal cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del dicastero della Cultura, che don Milani motiva di aver accolto con entusiasmo con queste parole:

R. – In questo momento storico, in cui il mondo bussa alla porta di casa nostra, in cui tutti facciamo esperienza di persone, di culture e soprattutto di religioni differenti, usiamo il cinema come strumento privilegiato per conoscere la realtà e per raccontare la nostra esperienza. Ecco allora che questa gloriosa istituzione – Tertio Millennio Film Fest – vuole interrogare proprio il tema della conoscenza delle altre religioni. Prima di essere un momento di dialogo, questo Festival è un momento di conoscenza. Raccontiamoci: è sbagliata l’idea di dialogo religioso che parta dal nascondere la propria identità; invece il modo migliore per dialogare tra le grandi religioni è quella che ciascuno metta in piazza, racconti la propria identità. E il film, il cinema, l’arte cinematografica sa fare questo in maniera straordinaria.

D. – Quindi avrete corrispondenti legati alle tre religioni monoteistiche e alle Chiese protestanti che vi segnaleranno delle opere?

R. – Esattamente. Funziona proprio così. Utilizziamo l’esperienza, la sensibilità, la conoscenza religiosa di esponenti qualificati, competenti anche in campo cinematografico, delle diverse tradizioni religiose: uomini di fede che sapranno selezionare e segnalarci film adeguati da mostrare poi a Roma durante il Festival.








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