Un appello diretto al Capo dello Stato, Pranab Mukherjee, per cercare la giustizia finora negata per i cristiani vittime nell'agosto 2008 delle peggiori violenze settarie dell'India indipendente. L'iniziativa, lunedì scorso, della delegazione del Comitato per la pace e la riconciliazione nel Kandhamal ha voluto evidenziare le mancanze dello Stato di Orissa e quelle del governo centrale nel fornire giustizia e indennizzi ai sopravvissuti e in generale alla sparsa comunità cristiana di origine tribale e fuoricasta, in parte da allora costretta a vivere fuori dalle aree originarie. Allora - riferisce l'agenzia Misna - furono 90 i morti, per gli attivisti cristiani, 38 per il governo; 56.000 gli sfollati tra devastazioni e violenze di ogni genere per le quali le indagini finora condotte hanno trovato pochi responsabili e ancor meno condanne.
Lo Stato di Orissa non ha fatto giustizia delle vittime cristiane
“La giustizia ci ha deluso – ha segnalato padre Ajay Singh, esponenti di spicco del
comitato dopo l'incontro con Mukherjee -. Dopo avere bussato a ogni porta dello Stato,
non abbiamo trovato qualcuno intenzionato a muoversi per assicurare giustizia alle
vittime del Kandhamal”. Il distretto del Kandhamal, all'interno dello Stato orientale
di Orissa, fu quello più colpito dalla persecuzione portata in modo organizzato da
elementi e gruppi in parte esterni allo stesso distretto e anche allo Stato in quello
che a molti è sembrato un tentativo di pogrom organizzato per interessi di potere
e economici, ma eseguito da estremisti religiosi indù.
Intimidazioni per testimoni, avvocati e attivisti delle vittime
Secondo il comitato, su 3.232 denunce registrate dopo le violenze, solo 827 sono
state accolte dalla polizia e di queste 273 sono state successivamente rigettare per
presunte mancanza di testimoni o di prove. Le indagini per i restanti sono state profondamente
segnate da intimidazioni verso testimoni, avvocati delle vittime e attivisti. Al punto
che finora soltanto 33 casi sono arrivati a giudizio con un'assoluzione per la maggioranza
e la libertà su cauzione per i pochi giudicati per omicidio. (C.O.)
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