2015-09-07 08:06:00

Messico: i 43 studenti scomparsi non furono bruciati


In Messico un’inchiesta internazionale indipendente ha stabilito che non c’è stato alcun rogo per i 43 studenti rapiti l’anno scorso nel sud del paese. Smentita quindi la versione ufficiale del governo, secondo cui  i giovani sono stati uccisi da una banda criminale che ne bruciò i corpi gettandoli in una discarica.  Il servizio di Marco Guerra:

I 43 studenti scomparsi circa una anno fa a Iguala, nello stato messicano di Guerrero, non sono mai stati bruciati e non si hanno informazioni sicure su dove siano finiti i loro resti. È quanto si legge nel rapporto di quasi 500 pagine redatto dagli esperti della Commissione Inter-americana per i diritti umani, che spiega di non aver trovato alcun elemento che convalidi la versione del governo che anche un solo cadavere sia stato bruciato nella discarica di Cocula. L’esecutivo aveva detto inoltre che l'attacco 26 settembre del 2014 è stato un caso di scambio di identità. Ma la Commissione internazionale ha concluso che il dirottamento del bus che trasportava gli studenti fu una reazione violenta ad una dimostrazione di giovani che interferiva  con il passaggio di una carico di droga; ed esorta ad indagare proprio nell’abito dei cartelli. Non è chiaro invece il ruolo di oltre 100 persone arrestate fin qui dagli inquirenti, fra i quali diversi agenti e l’ex sindaco di Iguala. Il caso ha suscitato un'ondata di indignazione nel Paese con una forte polemica che ha investito il presidente, Enrique Pena Nieto. “Non accetteremo un'altra bugia da parte del governo” gridano ora i parenti delle vittime.

 








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