2015-09-06 10:00:00

La Farmacia Vaticana a sostegno dei migranti con la scabbia


La solidarietà ai migranti arriva anche dal laboratorio della Farmacia Vaticana: 50 chili di farmaco anti-scabbia, insieme con un centinaio di confezioni di antibiotici e di antistaminici e una cinquantina di pomate antimicotiche, sono stati consegnati a una struttura che accoglie gli immigrati a Roma. Al microfono di Nina Oezelt, il direttore della Farmacia Vaticana, fra Rafael Cizo Ramirez, spiega che questa carità è nella tradizione della farmacia:

"E‘ molto importante sapere che la Farmacia Vaticana non è un negozio, non è una impresa per guadagnare: non è questo l’obiettivo. L’obiettivo fondamentale della Farmacia Vaticana è fare il bene agli altri. Noi siamo aperti – giustamente – a tutto il mondo, nel senso che abbiamo farmaci che in Italia e in tante altre parte del mondo non si trovano. La gente viene qui e noi possiamo risolvere i loro problemi, queste necessità delle persone che hanno bisogno di questi farmaci”.

Non solo i dipendenti del Vaticano o i residenti nello Stato possono entrare nella Farmacia dietro le mura: sono i benvenuti tutti coloro che hanno bisogno e che sono muniti di una ricetta medica. La Farmacia Vaticana è tra le più frequentate al mondo, con 2.000 visite al giorno. Per quanto riguarda gli immigrati malati, è l’Elemosineria Apostolica a richiedere le medicine di cui hanno bisogno. Spesso – raccontano i farmacisti – a presentare le richieste per le medicine è lo stesso elemosiniere, l'arcivescovo Konrad Krajewski: viene in Farmacia a richiedere, ad esempio, i barattoli bianchi con il tappo rosso che contengono il “benzil benzoato” al 20%, che secondo gli addetti ai lavori sembra essere uno dei più efficaci trattamenti contro la scabbia. Il direttore della Farmacia vaticana, fra Rafael Cizo Ramirez specifica:

“Ovviamente, noi siamo attenti a dare risposta a tutte le richieste dell’Elemosineria Apostolica. E’ molto importante sapere che l’obiettivo non è il profitto, ma fare il bene. Certo che si guadagna qualcosa, ma tutto il guadagno c’è solo per le necessità del Santo Padre, per il suo contributo sociale a tutto il mondo".

Nel laboratorio sono in tre a lavorare per le persone malate e a volte a prestare aiuto è anche un frate. Il farmaco contro la scabbia da tempo si produce nei laboratori della Farmacia stessa per venire incontro alle necessità di migliaia di immigrati che giungono ogni anno in Italia. Adelina Marrazzo, dipendente della Farmacia Vaticana da 13 anni, conferma che le richieste del farmaco sono in aumento:

"La scabbia è un parassita che si trasmette e si contagia. È una malattia della pelle fastidiosa perché è molto pruriginosa, il prurito è insopportabile. In questo caso, ci attiviamo a preparare i quantitativi che i medici ci chiedono: si fa un'applicazione di tre giorni di questa pomata e poi si applicano anche creme lenitive, perché non sempre questo prurito va via con i trattamenti di tre giorni. Ecco, noi siamo solleciti a queste richieste”.

Il lavoro nel laboratorio avviene nel solco dell’antica tradizione farmacologica dei Fatebenefratelli, che nel 1874 diedero vita all’istituzione in Vaticano. Roberto Imperatori, da 4 anni impiegato nel laboratorio:

“Noi lavoriamo su richiesta: il lavoro del laboratorio è proprio questo. Abbiamo al centro del nostro lavoro non la malattia, ma il paziente, cioè il malato. Per cui siamo come dei piccoli o dei grandi sarti: facciamo i medicinali su misura per ‘quel’ malato,  per ‘quella’ circostanza”.








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