2015-09-05 19:09:00

Renzi: l'Italia non è più il problema economico europeo


L'Italia non è più il problema economico europeo e mondiale. A Cernobbio, nel suo intervento al Forum Ambrosetti, il premier Renzi ha messo l’accento sugli ultimi buoni risultati riguardanti Pil e occupazione. Dal premier l’elogio ad una classe straordinaria di imprenditori piccoli e medi che, sottolinea, ha resistito in anni di crisi, nonostante la politica. Servizio di Giampiero Guadagni:

L’anno scorso il premier Renzi non aveva voluto partecipare al Forum di Cernobbio, preferendo andare all'inaugurazione di una fabbrica bergamasca. Stavolta invece ha voluto esserci. Secondo le opposizioni, lo ha fatto perché ora è più in difficoltà. Renzi dà ovviamente un’altra spiegazione: un anno fa nessuno mi avrebbe creduto se avessi detto che in pochi mesi avremmo fatto la riforma del lavoro. In Germania hanno impiegato tre anni. E invece proprio ieri il Jobs act è stato completato, in 18 mesi c’è stato un aumento di 236 mila posti di lavoro, un recupero - che riguarda in particolare il Sud - del 25% di occupazione, ancora non sufficiente ma significativo. Stesso discorso vale per la crescita economica. Altrettanto delicato il tema tasse. Renzi conferma l'abolizione nel 2016 di Imu e Tasi che - spiega - viene dopo il bonus di 80 euro che ha riattivato i consumi; e sarà la base per intervenire su Irap e Irpef. E agli imprenditori il premier dice: è ora di investire, il tempo dei salotti buoni della finanza è finito davvero per tutti. Renzi insiste poi sull’importanza delle riforme: una nuova generazione sta cambiando le regole del gioco; se bene o male, conclude il premier, lo diranno i cittadini alle prossime elezioni. 

 

E a proposito del Jobs Act ci sono pareri discordanti da parte dei sindacati, dopo l’approvazione, ieri, degli ultimi quattro decreti attuativi. Per Cgil e Uil le norme sui controlli a distanza sono pesanti lesioni alla privacy dei singoli, e il lavoratore è più debole. Per la Cisl invece ci sono aspetti positivi, Alessandro Guarasci ha sentito il segretario confederale della Cisl Gigi Petteni:

R. – Dobbiamo avere l’onestà intellettuale di dire che in questi mesi sta migliorando la qualità del lavoro attraverso questo intervento, dunque molti lavori precari vanno trasformandosi in un lavoro a tutele crescenti.

D. – Ci saranno più ammortizzatori sociali? E soprattutto, questi potranno aiutare le aziende in crisi?

R. – C’è stato un assestamento degli ammortizzatori sociali per quelle fasce – piccole imprese dai 5 lavoratori in avanti – che non avevano un ammortizzatore; c’è la disoccupazione a 24 mesi; e soprattutto noi vogliamo realizzare l’obiettivo: che chi perde il posto di lavoro non rimanga solo.

D. – Appunto, sulle politiche attive per il lavoro: questa nuova agenzia nascerà solo nel 2016; non sono ancora ben chiari né gli strumenti né i modi in cui dovrà agire. Su questo si è persa un’occasione?

R. – Io so cosa sono le politiche attive, perché in questo Paese ci sono delle sperimentazioni, e mi auguro che quelle che abbiamo fatto in alcuni ambiti possano diventare il punto di riferimento generale. Io credo che sia importante questo primo segnale, ma serviranno più risorse in questa direzione.

D. – Vi aspettate ora che il governo vi convochi per una legge sulla rappresentanza sindacale?

R. – Io credo che il tema del cambiamento del modello contrattuale e della rappresentanza sia un tema “vero”, che il sindacato deve avere la capacità di affrontare, e sul quale deve dialogare con il governo. Mi auguro che il governo, se intende fare interventi su questi temi molto delicati, possa farlo anche con il concorso delle parti. La Cisl ha capito che questa stagione richiede per tutti un cambiamento, anche per noi. 








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