2015-09-05 15:00:00

Migliaia di agricoltori Coldiretti contro il falso Made in Italy


Lunedi mattina migliaia di agricoltori della Coldiretti presidieranno il valico del Brennero per denunciare gli effetti dei ritardi e delle omissioni dell’Unione Europea che favoriscono le speculazioni e provocano l’abbandono delle campagne. Sotto accusa, l'assenza di regole sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti che arrivano da fuori Ue. Un'operazione per smascherare anche il finto Made in Italy. Alessandro Guarasci ha sentito il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo:

R. – Non c’è freno all’ingresso anche da Paesi terzi di prodotti agricoli, spesso in piena concorrenza sleale con le regole di tutela ambientale dei lavoratori che abbiamo in Italia e in Europa. E questo è un grave danno per l’economia agricola - agro-alimentare, italiana ed europea - a cui l’Europa deve far porre un freno.

D. – Ci faccia un esempio di un prodotto pericoloso per la salute che viene dall’estero…

R. – Il fatto è che non c’è uniformità sulle regole di produzione. Quindi, ad esempio, nei Paesi terzi si possono utilizzare prodotti fitosanitari che da noi sono banditi da decenni. E le prove di questo sono schiaccianti, perché i dati sui controlli ci dimostrano che, proprio sui residui di prodotti chimici, noi siamo cinque volte sotto la media europea, e 30 volte sotto quella dei Paesi terzi. Quindi questo vuol dire che, non avendo una norma chiara sull’etichettatura, rischiamo di vendere come “Made in Italy” prodotti che apparentemente appaiono uguali, ma che in realtà sono figli di agricolture molto diverse. E rischiamo anche di portare nel piatto dei consumatori prodotti che hanno residui, ad esempio, di fitosanitari che noi abbiamo bandito da decenni.

D. – Però, in qualche modo, dobbiamo anche difenderci da quella che è una concorrenza europea non sempre trasparente. Una vostra battaglia è quella per far sì che il formaggio italiano sia prodotto con latte liquido, e non in polvere. I problemi ci sono anche all’interno dell’Europa…

R. – Ovviamente sì, perché l’Europa non tiene conto delle distintività dei popoli e delle diverse nazioni. Il caso dei formaggi prodotti con il latte in polvere è un caso eclatante: noi abbiamo costruito, in 41 anni, una forte distintività e qualità dei nostri formaggi, fatte dalle denominazioni di origine, ma anche da quasi 500 formaggi tradizionali dei nostri territori. E questi formaggi sono distintivi, perché hanno un latte di alta qualità, ma anche perché sono prodotti con il latte, e non con polveri o semi-lavorati. Quindi il rischio, nel momento in cui fossimo obbligati ad eliminare questa norma che abbiamo voluto e che ha garantito questo percorso, sarebbe un rischio grave che noi non vogliamo correre. 








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