2015-09-05 13:46:00

Cellule parrocchiali: annunciare l'amore di Dio cambia la vita


Dei 5mila membri delle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione presenti in Aula Paolo VI, 4mila giungono da tutta Italia e raccontano di un cammino fatto insieme da anni portando Cristo a chi è lontano. Un’esperienza che assume diversi volti e abbraccia realtà sociali e familiari, sanando, spesso, anche ferite che sembravano inguaribili. Sentiamo le voci dei partecipanti nel servizio di Gabriella Ceraso:

“La cellula è un incontro”, questo ripetono le migliaia di persone che affollano l’Aula Paolo VI, e intendono un appuntamento settimanale di preghiera e adorazione, ma soprattutto un avvicinarsi a Dio che è personale, parrocchiale, comunitario :

R. - E’ un incontro di persone. Ci si riunisce e ci si prepara a vivere il mondo esterno, portando la Parola di Dio ed evangelizzando.

R. - Si invoca lo Spirito Santo, che è l’agente principale dell’evangelizzazione; si loda il Signore e si ascolta la Parola di Dio. Quindi si rinnova la fede, si rinnova la Spirito che è dentro di noi e, facendo poi parte di una parrocchia, di conseguenza si rinnova anche la parrocchia.

In una parrocchia può accadere che nascano anche 30 cellule, come è successo nella provincia di Vicenza, dove hanno portato una vera rinascita:

R. - Ognuno si è preso un compito attivo nell’edificazione della Chiesa del Signore, che è la parrocchia. Ed è rinata!  Chi nell’ambito della catechesi, chi nella Liturgia, chi magari nella Caritas e nel servizio missionario…

Cellule che cambiano l’esperienza di una vita e anche quella di un quartiere, come succede a Palermo:

R. - Noi cerchiamo innanzitutto di diffondere il desiderio di essere più vicini a Gesù Cristo e allo Spirito Santo, cerchiamo di avvicinare i giovani e anche le donne, cerchiamo di fare qualcosa per i poveri, anche soltanto la semplice assistenza domiciliare… La soddisfazione? Quando abbiamo cominciato a Messa si trovavano 20-30 persone, oggi ce ne sono 250.

R. - Si ha proprio la consapevolezza che il Signore cammina con noi. Ci sono tante testimonianze di persone: magari fra marito e moglie non andava bene la relazione, ma è entrato Gesù e quindi entra il perdono, la riconciliazione, la pace…

Evangelizzare resta la parola chiave e il modello, che ha reso più bello anche l’incontro di oggi, è quello di Papa Francesco:

R. - Significa far conoscere Gesù a chi non lo conosce, perché molto spesso le persone pensano che sia qualcosa di lontano. Invece è vicinissimo!

R. - Questa nuova evangelizzazione parte anche da lui: lui è la testimonianza viva di questo.

R. - E’ una giornata meravigliosa, perché sapere che il Santo Padre acconsente a questo nostro tipo di preghiera è per noi un dono meraviglioso. E’ come se fosse Gesù che ci dice: “Bravi! Andate avanti che così va bene”.

Quest’anno c’è stato anche il riconoscimento delle cellule: cosa è cambiato?

R. - Il riconoscimento delle cellule è un valore aggiunto, diciamo uno stimolo molto importante: se qualcuno prima aveva qualche dubbio, adesso – con il riconoscimento – è dissipato. Noi accogliamo tutti molto volentieri”.








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