2015-09-04 14:52:00

Salvini al Cara di Mineo. Il vescovo Peri: c'è chi cerca notorietà


Visita del leader della Lega Matteo Salvini al Cara di Mineo. Una visita legata all’omicidio dei coniugi Solana, compiuto - secondo la magistratura - da parte di un ospite del Centro. Per Salvini, il Cara va chiuso anche perché coloro che hanno diritto all’asilo sarebbero una minoranza. Alessandro Guarasci ha sentito il vescovo di Caltagirone, mons. Calogero Peri:

R. – Io inviterei tutti a prendersi le proprie responsabilità, a non strumentalizzare questo momento e soprattutto a non venire qui a colonizzarci con le proprie idee. Che ci rendano, a noi che conosciamo meglio il territorio, un poco più artefici di riuscire a dipanare questa situazione. Gli altri fanno queste puntate, cercano notorietà, poi i problemi restano a noi.

D. – L’alternativa però sarebbe chiudere il Cara di Mineo, secondo lei...

R. – Il Cara può funzionare a mio modesto modo di vedere come un centro di smistamento, laddove stai un mese-15 giorni. Io so che i nostri sindaci, quando furono convocati per l’apertura del Cara, dissero in maniera molto semplice che sarebbe stato preferibile che, se il Cara doveva accogliere tremila persone, 15 comuni ne avrebbero accolte 200 ciascuno integrando così meglio gli immigrati.

D. – Dunque un’accoglienza più diffusa a livello locale sarebbe stato meglio piuttosto che un grosso centro…

R. – Sì; poi c’erano anche i bandi con cui sono state assegnate le gestioni del Cara, alcuni sembravano pilotati... Noi come Chiesa abbiamo fin dall’inizio tentato in tutti i modi di umanizzare per quello che era possibile. Alcune cose ci sono state permesse, altre no. Le parrocchie avevano chiesto di creare lì un luogo di culto ma non è possibile perché sarebbe un’ingerenza esterna…








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