2015-09-03 15:00:00

Vescovi Svizzera: aiutare i rifugiati un dovere cristiano


“L’aiuto ai rifugiati è un dovere per i cristiani”: si apre così il comunicato della Conferenza episcopale svizzera (Ces), diffuso al termine della 309.ma Plenaria, conclusasi ieri a Givisiez. “I flussi di centinaia di migliaia di rifugiati in Europa ed alle sue frontiere – si legge nel documento – provocano avvenimenti drammatici”. I campi dei rifugiati, “le condizioni igieniche indegne” in cui migliaia di persone vivono, mentre moltissime altre muoiono mentre tentano di raggiungere il continente, continuano i presuli, “sono diventati una realtà quotidiana in molte regioni europee”.

Intensificare gli aiuti per migranti e rifugiati
Di qui, l’appello dei vescovi elvetici affinché, “nello spirito del Vangelo, si vada in aiuto delle persone povere e sofferenti”. “L’aumento dell’indigenza esige, di conseguenza, maggiori aiuti a tutti i livelli”, scrive la Ces, ribadendo che “la Chiesa cattolica continua ad intensificare il suo operato in favore di migranti e rifugiati” e manifestando apprezzamento per l’iniziativa della Caritas locale che ha chiesto al governo federale di raddoppiare gli aiuti allo sviluppo. 

Solidarietà deve oltrepassare frontiere europee
Ma non solo: “La solidarietà deve oltrepassare le frontiere nazionali ed europee – sottolineano i vescovi svizzeri – perché non è l’Europa a portare il fardello più pesante della tragedia dei rifugiati”. Citando, infatti, i dati dell’Onu, i presuli ricordano che “solo una piccola parte dei 60 milioni di persone in fuga dal loro Paese raggiunge l’Europa” e lo stesso vale per gli sfollati a causa del conflitto siriano: “Sui 4 milioni che hanno lasciato il Paese, 3,5 milioni vivono negli Stati confinanti (Libano, Giordania, Iraq e Turchia)”.

Chiesa accoglie ogni persona, incondizionatamente
Nell’agenda della Plenaria, poi, c’è stata anche la riflessione su “la situazione difficile che si è creata in Svizzera in seguito alla conferenza tenuta da mons. Vitus Huonder”, vescovo di Coira, il 31 luglio a Fulda, sul tema “Il matrimonio: dono, sacramento e missione”. Nel suo intervento, infatti, il presule ha fatto due citazioni dal Levitico che hanno suscitato polemiche nell’opinione pubblica. Tuttavia, mons. Huonder “ha ribadito ai membri della Ces di non aver mai avuto l’intenzione né la convinzione di difendere la pena di morte per gli atti omosessuali”, esprimendo rammarico per le incomprensioni verificatesi. “In questo contesto – sottolineano i presuli elvetici – i vescovi e gli abati territoriali tengono a ribadire, tutti insieme, che la Chiesa è aperta a tutti gli uomini, allo stesso  modo: essa accoglie incondizionatamente ogni persona nella sua dignità intangibile agli occhi di Dio, indipendentemente dal suo orientamento sessuale”.

Mons. Morerod, nuovo presidente per il biennio 2016-2018
I lavori della 309.ma Assemblea hanno visto anche l’elezione dei nuovi presidente e vice-presidente della Conferenza episcopale: per il primo incarico, è stato scelto mons. Charles Morerod, vescovo di Losanna-Ginevra-Friburgo, che guiderà la Ces dal 2016 al 2018. Il suo insediamento è previsto il prossimo anno, una volta concluso il mandato dell’attuale presidente dei vescovi, mons. Markus Büchel, il 31 dicembre 2015. Il nuovo vice-presidente, invece, è mons. Felix Gmür, vescovo di Basilea e già segretario generale della Ces.

Adesione alla Giornata di preghiera per salvaguardia del Creato
​Infine, i presuli elvetici hanno stabilito di inserire nel calendario liturgico, al 1° settembre, la Giornata mondiale di preghiera per la salvaguardia del Creato, accogliendo così l’iniziativa lanciata da Papa Francesco. (I.P.)








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