2015-09-03 14:30:00

Padre Ayuso: atroci e inspiegabili le persecuzioni contro i cristiani


Promuovere i diritti di cittadinanza dei cristiani in Medio Oriente e porre fine alle persecuzioni: questo l’appello lanciato oggi da padre Miguel Ángel Ayuso Guixot, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, intervenuto ad Atene al meeting interreligioso sul tema “Sostenere i diritti alla cittadinanza e la coesistenza pacifica”. L’incontro è promosso dal patriarcato ecumenico di Costantinopoli e dal Kaiciid, il Centro per il dialogo interreligioso e interculturale Re Abdullah bin Abdulaziz, con il sostegno del ministero degli Affari esteri ellenico. Il servizio di Isabella Piro:

“Siamo qui per sostenere tutti coloro che soffrono a causa dell’attuale situazione in Medio Oriente e per cercare di facilitare la pace e la riconciliazione attraverso il dialogo”: così ha detto padre Ayuso nel suo intervento ad Atene. “Le condizioni critiche dei cristiani in Iraq, Siria ed in altre parti della regione in cui si riscontrano violenze e conflitti politici – ha aggiunto – stanno mettendo in pericolo le comunità cristiane da tempo stabilitesi nella zona” ed ora costrette a spostarsi.

Persecuzione dei cristiani è atroce, disumana e inspiegabile
Di qui, il richiamo del segretario del dicastero vaticano alle numerose occasioni in cui “Papa Francesco ha voluto dare voce alle atroci, disumane ed inspiegabili persecuzioni di coloro che, soprattutto fra i cristiani, in tante parti del mondo, sono vittime di fanatismo ed intolleranza, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutto il mondo”.

Tutelare le minoranze religiose ed impegnarsi nel dialogo
Sette, dunque, gli obiettivi del meeting ricordati da padre Ayuso: “lo status quo sulla sicurezza, la cittadinanza, la tutela delle minoranze religiose, la fine di odii e violenze, il rispetto per tutti, a prescindere dall’identità religiosa, l’impegno al dialogo ed al supporto dei diritti di cittadinanza dei cristiani in Medio Oriente”. Per questo, l’esponente vaticano ha esortato tutte le parti in causa “ad agire ed a contribuire alla promozione della cittadinanza e della vera convivenza per tutti”.

Comunità internazionale non resti muta davanti a tali crimini inaccettabili
Citando, quindi, la lettera inviata il 6 agosto da Papa Francesco a mons. Maroun Lahham, vescovo ausiliare di Gerusalemme dei Latini e vicario patriarcale per la Giordania, padre Ayuso ha auspicato che “l’opinione pubblica mondiale possa essere sempre più attenta, sensibile e  partecipe davanti alle persecuzioni condotte nei confronti dei cristiani e delle  minoranze religiose”, ed ha chiesto che “la comunità internazionale non assista muta e inerte di  fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più  essenziali e impedisce la ricchezza della convivenza tra i popoli, le culture e le fedi”.

Convivenza pacifica, bene inestimabile per la pace e lo sviluppo
Di qui, l’esortazione conclusiva di padre Ayuso alla “convivenza pacifica tra le differenti comunità religiose” perché essa, come ha detto Papa Bergoglio a Tirana nel settembre 2014, “è un bene inestimabile per la pace e per lo sviluppo armonioso di un popolo, un valore che va custodito e incrementato ogni giorno, con l’educazione al rispetto delle differenze e delle specifiche identità aperte al dialogo ed alla collaborazione per il bene di tutti”. Inaugurato ufficialmente il 26 novembre 2012, il Kaiciid è stato fondato da Arabia Saudita, Spagna ed Austria con la Santa Sede nel ruolo di organismo osservatore e fondatore. Il Centro si pone l’obiettivo di facilitare, rafforzare ed incoraggiare il dialogo tra i seguaci delle diverse religioni e culture del mondo, così da migliore la cooperazione, il rispetto delle diversità, la giustizia e la pace.








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