2015-09-03 15:43:00

Il governo pensa al Jobs Act, cautela sulla pensione anticipata


Domani in Consiglio dei ministri gli ultimi attuativi del Jobs Act. Arriveranno nuove politiche attive sul lavoro, il riordino degli ammortizzatori sociali, verranno semplificati i rapporti di lavoro e sarà creata l'Agenzia unica per le ispezioni. Intanto si discute della possibilità di una legge per andare in pensione prima del previsto. Questo a fronte di una penalizzazione economica. Alessandro Guarasci ha sentito il componente della Commissione Lavoro della Camera Carlo Dell'Aringa:

 

R.  – Secondo me i correttivi devono andare in due direzioni. Primo chiamare anche coloro che vogliono anticipare la pensione a un contributo. La seconda direzione è forse quella di aprire questa possibilità non a tutti ma solo a una parte della popolazione e, secondo me, quella parte della popolazione più in sofferenza, cioè quelli che perdendo il lavoro non hanno né lavoro né pensione.

D. – Siamo sicuri che un’azione di questo tipo possa garantire un maggiore turn-over dei posti di lavoro?

R. - Sarebbe utile se tutti coloro che vogliono anticipare la pensione potessero farlo senza assumersi nessun onere. A quel punto si potrebbe avere un ricambio sostanzioso, ma al contempo si avrebbe un costo per lo Stato di diversi miliardi. La ragioneria ha calcolato che si potrebbe arrivare anche a 7-8 miliardi e io non vedo come nelle attuali circostanze possa essere assicurato quel ricambio generazionale a questo costo così elevato.

D. – Rischiamo, secondo lei, uno scontro generazionale? Perché in Italia questo tema si ripropone in modo ciclico?

R. – Ritengo che la questione, anche dal punto di vista sociale, sia meno allarmante. Certamente potrebbero esserci ancora alcune decine di migliaia di lavoratori che perdendo il lavoro siano in condizioni di sicura debolezza dal punto di vista delle risorse economiche loro e delle loro famiglie. Ma il problema, secondo me, sta rientrando nella norma. Se il problema di questi anni era garantire una cosa più graduale, la riforma Fornero non la prevedeva. Si è cercato di limitare gli effetti con le salvaguardie degli esodati e questo problema della contrapposizione fra anziani e giovani lo vedo meno forte di allora. La disoccupazione giovanile è molto elevata ma questa dipende sia dalla ripresa economica che ancora non c’è completa e sia anche da un maggior investimento nella cosiddetta occupabilità dei giovani.








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