Resta alta la tensione alla frontiera tra Colombia e Venezuela, dopo la decisione del Presidente venezuelano Maduro di chiudere il confine ed espellere numerosi immigrati colombiani, con l’obiettivo di frenare attività criminali e di contrabbando portate avanti da bande paramilitari colombiane. Ma se tra i Governi sale il livello della polemica, gli episcopati parlano con una sola voce. La Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale venezuelama, presieduta dal vescovo mons. Roberto Lückert León - riferisce l'agenzia Sir - ha emesso una nota nella quale si parla di “gravi violazioni dei diritti umani” e di vera e propria “deportazione” a proposito di numerosi colombiani “verso i quali sono molti i vincoli di fraternità e i legami di cooperazione”.
Il dramma delle famiglie separate
La Commissione scrive di essere venuta a conoscenza che in molti casi queste persone
sono state “obbligate ad uscire dal Paese in modo violento, senza le loro cose né
alimenti, molti di loro solo con i vestiti che indossavano”, e le loro case sono state
“espropriate senza alcun ordine dell’autorità giudiziaria e distrutte”. A questo si
unisce il dramma di “vedere famiglie separate, soprattutto madri e padri che sono
stati obbligati a lasciare i loro figli minorenni in territorio venezuelano”.
Posizione comune dei due vescovi frontalieri di Venezuela e Colombia
La Commissione chiede che venga ristabilito l’ordine precedente e che venga risarcito
chi ha subito torti e furti, concludendo: “Lo Stato ha l’obbligo di garantire i diritti
umani di tutti i cittadini compresi gli stranieri sotto la sua giurisdizione”. Si
registra inoltre una presa di posizione comune da parte dei due vescovi frontalieri:
mons. Mario Moronta, vescovo di San Cristóbal in Venezuela, e mons. Víctor Manuel
Ochoa Cadavid, vescovo di Cúcuta in Colombia. I due presuli si sono incontrati con
un abbraccio fraterno e hanno pregato insieme per la difficile situazione che vive
la frontiera, invitando i Presidenti dei loro Paesi a “parlarsi e a cercare una soluzione”,
tenendo presente che la priorità va data “alle persone” senza dimenticare che “storicamente
Colombia e Venezuela costituiscono un’unica patria e un solo popolo”. (R.P.)
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