Lampedusa per la prima volta può contare su un ambulatorio materno-infantile con pediatri e ginecologi. Una vera conquista per l’isola. Infatti, in precedenza, le donne in gravidanza erano costrette a lasciare Lampedusa per recarsi in Sicilia almeno un mese prima del parto, con inevitabili costi e disagi. Alessandro Filippelli ha intervistato Giusi Nicolini, sindaco dell’isola:
R. – Io credo che oggi questo presidio dia maggiore serenità, oltre che un servizio fondamentale per il diritto alla salute. La messa in sicurezza di donne e bambini, soprattutto delle donne in età fertile: prima erano costrette a prendere l’aereo, andare in Sicilia per qualunque necessità, e magari rischiavano la vita per una gravidanza, per problemi che, insomma, vivendo sulla terraferma si affrontano con maggiore serenità. Quindi, una grande conquista, davvero.
D. – Da oggi, quali sono le agevolazioni per le donne presenti sull’isola, date dall’attivazione di questo importante servizio?
R. – Intanto, la possibilità di avere un punto di riferimento costante per qualsiasi bisogno: dall’attività di consultorio a quella per monitorare la gravidanza grazie anche ad ecografie e controlli regolari, senza sottoporsi a viaggi che comportano non solo spese economiche, ma anche disagi. Adesso anche i bambini che stanno male di notte, non sono solo affidati alle cure della guardia medica.
D. – E’ possibile affermare che l’apertura dell’ambulatorio rappresenti un nuovo modo di affrontare il nodo della salute delle popolazioni isolane?
R. – Mi auguro e spero che questi esempi che si stanno realizzando a Lampedusa possano servire anche per altre realtà; per chi come noi sa che cos’è l’insularità, sa che cosa significa la lontananza dalla terraferma. Credo che molti altri nel nostro Paese si trovino come noi: nelle altre isole, ma anche nelle zone montane. La salute va portata sempre di più a casa dei cittadini, anche per dare veramente senso ai diritti scritti nella Carta Costituzionale e che altrimenti vengono negati.
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