2015-08-29 14:27:00

Perdonanza. Mons. Petrocchi: è festa di misericordia


Quindicimila persone – tra le quali duemila figuranti in costumi storici – hanno partecipato e animato ieri a L’Aquila la processione verso la Basilica di Santa Maria di Collemaggio per l’apertura della Porta santa. Il rito, presieduto a nome del Papa dal cardinale Beniamino Stella, ha dato il via alle celebrazioni per la Perdonanza Celestiniana. Al microfono di Rosario Tronnolone, il vescovo del capoluogo abruzzese, mons. Giuseppe Petrocchi, mette in relazione l’antica indulgenza plenaria concessa da Celestino V con il prossimo Giubileo della Misericordia:

R. – Dobbiamo ricordare che questo evento di grazia, che continua una straordinaria intuizioni carattere teologico e pastorale, precede di sei anni l’indizione del primo Giubileo datato 1300. Dunque, abbiamo ragioni fondate per ritenere che Bonifacio VIII si sia largamente ispirato alla Bolla del Perdono che aveva emanato Celestino V. Questo fattore di carattere storico ha anche una sorprendente attualità, perché tra la  Perdonanza Celestiniana e il Giubileo della Misericordia che prossimante verrà aperto a Roma esiste una linea diretta: la Porta santa che ieri è stata aperta nella Basilica di Collemaggio è una sorta di strada che conduce la comunità ecclesiale sociale aquilana, e non solo, verso la celebrazione che ha indetto Papa Francesco.

D. – Lei ha parlato della Bolla del Perdono, che tra l’altro viene esposta nella giornata del 29 agosto, portata ieri in un tradizionale corteo...

R. – Si, rivolgendomi alla folla dei fedeli che era riunita per l’apertura della Perdonanza, ho detto che esiste una spiritualità ed esiste anche una cultura della Perdonanza che, se assimilate, aiutano la città de L’Aquila a percorrere le vie della ricostruzione. La Perdonanza – che dura dai vespri del 28 agosto ai vespri del 29 agosto – viene vissuta in una dimensione di profonda interiorità, di volontà di conversione chiesta al Signore. In questo momento particolare, la confessione sacramentale viene praticata da moltissime persone che si avvicinano al Sacramento della riconciliazione. Quindi, è all’insegna di una grande sobrietà: c’è una sorta di silenzio raccolto che avvolge tutta la celebrazione, per poi diventare più festa anche partecipata, espressa attraverso i vari linguaggi dell’arte, dopo la celebrazione che avverrà stasera alle ore 18, a conclusione della Perdonanza.  

D. – Quindi, è importante partecipare alla Perdonanza, rendersi conto che è un’occasione per sperimentare la misericordia divina…

R. – Certamente, perché in questo caso la rievocazione storica rappresenta una sorta di “involucro” che avvolge un tesoro. Io ricordo che gli ultimi Papi soprattutto hanno insistito molto sul fatto che il perdono è la via maestra che consente di praticare la giustizia. E la giustizia è la porta che consente di entrare nella pace, perché il perdono non è rassegnazione, non è rinvio perdente rispetto a una prepotenza o a un male subìto. Il perdono esprime invece il coraggio evangelico, la forza che ci viene dalla grazia. Il perdono è l’unica proposta che consenta di rendere credibile e fattiva la giustizia.








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