Il fenomeno dell’’immigrazione è “un problema umanitario” al quale nessuno Stato europeo può voltare le spalle. Lo ha affermato il cardinale Angelo Bagnasco, che da ieri e per tutta la giornata di oggi sta vivendo con la città di Genova la tradizionale festa mariana che ha come epicentro il Santuario della Madonna della Guardia. Tra i temi toccati dal presidente dei vescovi italiani, anche la famiglia, le unioni civili, la crisi economica e il caporalato nel Sud Italia. Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Finalmente. Un po’ tardivo”, ma “un bel segno” che “accogliamo con tanta speranza”. È un sollievo lievemente critico quello che esprime il cardinale Bagnasco quando gli giunge la notizia che il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha deciso di dare al tema dell’immigrazione la priorità nel vertice che a fine settembre riunirà capi di Stati e di governo al Palazzo di vetro di New York.
Migranti, responsabilità di tutti
Nella serata di ieri, l’arcivescovo di Genova aveva
apprezzato anche l’apertura della cancelliera tedesca, Angela Merkel, ritenendola
“un cambio di marcia” rispetto al dramma delle masse di migranti in movimento verso
l’Europa, definite dal porporato un “esodo terrificante” dal quale “nessuno Stato
europeo si può sentire esente”.
Famiglia: papà, mamma, figli
Le domande fioccano e il cardinale Bagnasco non si
sottrae. Gli chiedono un parere sul riconoscimento delle unioni di fatto e il porporato
ricorda che i “diritti individuali” sono “già in larga parte riconosciuti”. Sul rovescio
della medaglia c’è la difesa della famiglia e il presidente della Cei ribadisce che
“la posizione della Chiesa non è contro nessuno” e “crede nella famiglia come la Costituzione
riconosce: un papà, una mamma, i bambini in un patto coniugale di amore basato sul
matrimonio”. Ma anche, soggiunge, è “la base della società, del vivere insieme perché
è il grembo della vita” nel quale i bambini naturalmente nascono, visto che i figli
“sono da generare” e “non da produrre”. E all’omelia della Messa di stamattina la
riflessione idealmente prosegue quando il cardinale Bagnasco indica la famiglia come
“la grande inquisita e la Cenerentola”, falsamente dipinta come luogo di “ferite”
e “situazioni insormontabili” da chi ha interesse a minarne la solidità.
Basta schiavi dei “caporali”
Un pensiero, il porporato lo dedica anche al “fenomeno
tragico” del caporalato nel meridione italiano. “Di fronte a queste morti per sfruttamento
da schiavi – dice – nessuno può girarsi dall‘altra parte o sentirsi disinteressato
pensando ‘non mi riguarda‘". E ancora un’osservazione, anzi un auspicio sul tema della
crisi: “Dobbiamo fare uno sforzo maggiore a livello di investimenti, senza aspettare
fatalmente che vengano dall'estero”, è l’opinione del presidente della Cei. “Bisogna
che in Italia tiriamo fuori, chi ha le possibilità, che ci sono e molte, degli investimenti
per salvare le nostre aziende precedendo i
capitali esteri”.
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