2015-08-24 10:56:00

Benin. Card. Sarah chiude il pellegrinaggio mariano nazionale


Si è concluso ieri nel Santuario mariano di Dassa-Zoumé il pellegrinaggio nazionale della Chiesa in Benin. Migliaia di fedeli hanno partecipato alla Messa presieduta dal cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti. Dal Benin, il servizio di Jean-Baptiste Sourou:

Dassa si trova a circa 200 chilometri da Cotonou, la capitale economica del Benin, e accoglie dal 1954 il pellegrinaggio mariano nazionale della comunità cattolica. E' un santuario caro al cuore di ogni fedele cattolico beninese, perciò ogni anno il pellegrinaggio della domenica dopo l'Assunta è uno degli appuntamenti maggiori della vita ecclesiale. Vi partecipano anche fedeli di Paesi limitrofi e non. Infatti, tra i circa 10.000 fedeli presenti questa domenica, molti provenivano dalla Nigeria, dal Niger, dal Togo, dal Burkina Faso, dal Mali, dalla Costa d'Avorio e dalla Guinea. Alcuni di loro sono arrivati già venerdì sera per momenti di devozione personale e comunitaria e per seguire anche le catechesi sul tema del pellegrinaggio di quest'anno: “Maria, educatrice e protettrice delle anime consacrate”.

Domenica, assieme al cardinale Robert Sarah, hanno concelebrato 12 vescovi tra cui i 9 del Benin, l'arcivescovo di Conakry in Guinea, mons. Vincent Coulibaly, il nunzio apostolico in Benin e Togo, mons. Brian Udaigwe, il segretario del Pontificio Consiglio per la Cultura, mons. Barthélemy Adoukonou, e 500 sacerdoti. Il presidente della Repubblica, Thomas Boni Yayi, alcuni membri del suo Governo, molte alte cariche dello Stato e altre autorità civili, tradizionali e religiose delle altre confessioni hanno partecipato all'evento.

Nell'omelia, il prefetto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti ha sottolineato la centralità della persona di Gesù, dell'intimità con Lui, con il suo Corpo eucaristico, nella vita di ogni credente. Tale rapporto è la strada che ci porta a Dio, “perché – ha detto il porporato citando Papa Benedetto XVI – all'origine dell'essere cristiano non c'è una decisione etica oppure una grande idea filosofica, ma l'incontro intimo e personale con un Evento, una Persona: il Cristo che dà alla vita un nuovo orizzonte e quindi un orientamento decisivo”. “La scelta di una intimità esclusiva con Dio non è possibile e realizzabile se non attraverso la relazione personale e intima con Gesù Eucaristia. E' Dio Padre stesso che vuole quel passaggio obbligatorio”, ha affermato - e questa novità è il motivo per cui molti hanno abbandonato Gesù a Cafarnao, perché preferivano non una relazione che libera, ma un rapporto da padrone a schiavo con Dio. Citando l'esempio di Pietro che ha detto: “Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”, il cardinale Sarah ha concluso dicendo che “la salvezza dei Dodici, come di tutti noi, non è di essere senza peccati e senza difetti, ma unicamente e soprattutto nel seguire Gesù e nel configuraci a Lui ogni giorno”. Alla fine della lunga e bella celebrazione ritmata da canti nelle varie lingue del Benin, il cardinale Robert Sarah è stato insignito dalla più alta onorificenza dello Stato.








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