2015-08-22 11:00:00

Riaperta al pubblico la Latomia dei Cappuccini a Siracusa


Una passeggiata in una cava circondata da pareti calcaree di 40 metri d’altezza e all’interno alberi secolari, fiori e piante rare arrivate da tutto il mondo. E’ la Latomia dei Cappuccini a Siracusa, aperta in questi giorni nuovamente al pubblico dopo molti anni di chiusura. Il complesso archeologico-naturalistico sarà visitabile dal venerdì alla domenica fino al prossimo 27 settembre. Marina Tomarro ha intervistato Salvo Sparatore, della Società Erga, che si occupa della conservazione della Latomia:

R. – La Latomia dei Cappuccini, che prende il nome dal convento situato proprio sopra di essa, è sicuramente la più antica e la più bella delle latomie siracusane. Non ci sono notizie riguardanti l’inizio della sua utilizzazione. Tuttavia, si sa con sicurezza che essa era già in uso orientativamente intorno al VI secolo A.C., perché alcuni autori, tra cui ad esempio Tucidide, ne parlano. La Latomia era una cava da cui veniva estratto il materiale che poi serviva per le costruzioni. E nel corso dei secoli la latomia ha svolto diversi ruoli: per esempio è stata protagonista del periodo del “Grand Tour”. I Cappuccini stessi utilizzavano questo luogo come giardino e vi crearono un orto. Ora, anche d’accordo con i Frati cappuccini, stiamo cercando di rivedere, dal punto di vista storico, dove sorgeva l’orto dei frati e come lo si potrebbe in qualche modo far rinascere e rivalorizzare. Oggi, la Latomia è una proprietà comunale e il nostro ruolo è quello di rivalorizzare un patrimonio straordinario sotto vari punti di vista.

D. – La Latomia cosa offre al visitatore?

R. – Uno squarcio di un giardino all’interno di un canyon in pieno centro cittadino. Quando si scende la scalinata della Latomia si perde la condizione del tempo, perché sembra si stia entrando all’interno di una riserva naturale: si visita una selva all’interno del tessuto cittadino. Con la calura tipica delle estati siracusane, visitare la Latomia dei Cappuccini permette di ritrovarsi in una vera e propria oasi in cui ci si può rinfrescare. Ovviamente, poi, stiamo cercando di valorizzare anche i temi legati alla riflessione e alla spiritualità: la nostra idea è infatti quella di far vivere questo spazio anche come un luogo di spiritualità.

D. – La Latomia è stata chiusa per molti anni: la sua apertura è anche un’occasione, secondo lei, per creare nuovi posti di lavoro per i giovani siciliani?

R. – Sicuramente. Uno dei motivi per cui siamo veramente felici di poter far rifiorire la Latomia è perché si creano immediatamente dei posti di lavoro: ci sarà chi si occuperà delle visite guidate, chi della biglietteria, chi dell’accoglienza. Tutto questo sempre tenendo in considerazione l’aspetto della sostenibilità. Sicuramente, grazie a questo progetto si creano posti di lavoro e c’è una ricaduta sul territorio. La zona intorno alla quale insiste la Latomia viene infatti rivitalizzata, dal momento che questa si trova anche un po’ fuori dal percorso classico che il turista fa quando viene a Siracusa, e che è più legato alla zona archeologica e all’isolotto di Ortigia. In contemporanea, è stata anche riaperta dopo circa 50 anni la fruizione culturale del Teatro comunale di Siracusa, i giardini di Villa Reimann e l’Artemision: un tempio greco che insiste sotto il Palazzo comunale.








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