Una condanna per le violenze anti-cristiane ed una richiesta di “tutele legali” per i fedeli del Madhya Pradesh, Stato governato da un partito pro-Hindu: questo, in sintesi, l’appello lanciato dal Consiglio dei vescovi indiani della regione, riunitisi nei giorni scorsi a Bhopal, per un incontro di due giorni sul tema “I pericoli dell’estremismo religioso nello Stato”.
Meno dell’1% i cattolici della regione
In Madhya Pradesh, infatti, i cattolici sono meno dell’uno per cento su un popolazione
di 75 milioni di abitanti, affermano i presuli, e “vivono nella paura costante di
attacchi contro le persone e le istituzioni cattoliche”. Tanto più che alcuni estremisti
hanno accusato i cristiani di fare del proselitismo all’interno di uno Stato in cui
le conversioni religiose senza nulla osta del governo sono ritenute illegali e punibili
con il carcere.
Cristiani costantemente sotto attacco, vivono nella paura
“È deplorevole – affermano i vescovi – che i cristiani siano costantemente sotto attacco
per presunti reati di conversione”. Anche perché, spiega mons. Gerald Almeida, vescovo
di Jabalpur, “negli ultimi dieci anni la popolazione cristiana dell’India è costantemente
diminuita. Se le accuse di conversioni forzate di massa fossero vere, invece, i cristiani
dovrebbero essere aumentati”. Per questo, il presule parla di una vera e propria “persecuzione”
dei cristiani: citando almeno 20 attacchi contro i fedeli dall’inizio del 2015, mons.
Almeida punta il dito contro la mancanza di una volontà politica per “contenere gli
elementi anti-cristiani dello Stato”.
I vescovi: non cederemo alle minacce e continueremo nostra missione
Dal suo canto, padre Shaji Stanislaus, membro del Consiglio dei vescovi cattolici
locali, ricorda che la Costituzione indiana garantisce la liberà “di credere, diffondere
e convertire a qualsiasi tipo di religione”. Andare contro tale dettato costituzionale,
quindi – nota il sacerdote – potrebbe essere contestato in Tribunale. Intanto, i presuli
indiani riaffermano il loro impegno, soprattutto nel settore umanitario, a fianco
dei più poveri e disagiati della regione: “Non cederemo – affermano – ad alcuna pressione
o minaccia”. (I.P.)
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