2015-08-21 14:11:00

Grecia: Tsipras si dimette. Meimarakis tenta governo di coalizione


In Grecia, dopo le dimissioni del premier Tsipras, il leader di Nuova Democrazia, Evangelo Meimarakis, ha ricevuto oggi formalmente l'incarico per tentare di formare nuovo governo di coalizione. Le possibilità di successo sembrano remote mentre già si parla del 20 settembre come prima data disponibile per le elezioni anticipate. Intanto i governi europei sembrano aver accolto positivamente la scelta di Tsipras mentre l’ala radicale di Syriza è pronta a fondare un nuovo partito. Il servizio di Marco Guerra:

"Ho l'obbligo morale di sottoporre quello che ho fatto al vostro giudizio, chiederò il voto del popolo greco per governare e proseguire il nostro programma di governo". I motivi delle dimissioni sono spiegati dallo stesso Tsipras nel discorso pronunciato ieri sera in diretta tv alla nazione, prima di presentarsi al capo dello Stato. “Io ho la coscienza a posto" ha poi affermato il leader di Syriza parlando del suo operato e in particolare dell’accordo raggiunto a luglio con i creditori che – ha spiegato – “non è quello che volevamo ma era il migliore che potessimo ottenere date le circostanze”. Quindi le elezioni anticipate servono a Tsipras per cercare un nuovo forte mandato dopo la spaccatura con l’ala sinistra di Syriza che stamane ha annunciato la formazione di un nuovo partito, Unità popolare, con 25 parlamentari ribelli. Con il voto a fine settembre mancherà il tempo di organizzarsi anche alle opposizioni, mentre il premier si affida ai sondaggi che vedono il 60% del popolo greco approvare il suo operato. Intanto, Meimarakis, leader di Nuova Democrazia, ha ricevuto il mandato per la formazione di un nuovo governo di coalizione. Compito destinato molto probabilmente a fallire visti i numeri in parlamento. Reazioni cautamente positive dalle cancellerie europee e dalla Commissione Ue che si dice “non  preoccupata”  per l’attuazione del programma. Per un commento sui possibili scenari sentiamo il giornalista esperto di Grecia Antonio Ferrari:

R. – Tsipras ormai ci ha abituato alle sorprese, ma questa è una sorpresa a metà, anzi non è una sorpresa. E’ impossibile, infatti, governare un Paese contro una parte del tuo governo, affidandosi ai voti dell’opposizione. E lui questo lo ha capito benissimo. E ha capito anche che all’interno della sinistra, del suo partito, c’è l’ala più radicale che avrebbe continuato a impedire di procedere senza gravi traumi a quello che è il suo impegno preso con i creditori e con il Paese. Detto questo, Tsipras ha la forza e il carisma. Oggi infatti non c’è un politico forte da opporre a Tsipras. Bisogna vedere se Syriza, spaccandosi, dividendosi, possa in qualche modo creargli dei problemi. Escludo un governo di Syriza con la sua componente estrema su un altro partito. Se Tsipras non ce la facesse a fare un governo da solo, è chiaro che dovrebbe affidarsi ad una coalizione.

D. – Ma cosa comporta la formazione di un partito a sinistra di Syriza? Il partito di Tsipras diventerà più moderato, diventerà di centro-sinistra?

R. – Per forza. Io credo che Tsipras ha dimostrato di essere più uomo di Stato, uomo di governo, che non leader di un solo partito radicale. Questo fa parte del passato. Esiste un passato di Tsipras ed esiste un presente di Tsipras. Vedremo come sarà il futuro. Perché fare il capo del governo, governando come leader dell’opposizione, come sognava Varoufakis, sarebbe stato impossibile.

D. – Che possibilità di successo ha il conferimento del mandato a formare un nuovo governo al leader di Nuova Democrazia Meimarakis?

R. – A parte il fatto che Meimarakis non è un personaggio molto noto in Grecia, io credo che le possibilità per lui di fare un governo adesso, subito, siano praticamente ridotte a zero. E quindi io credo che le elezioni siano inevitabili. L’unica cosa che mi lascia dubbioso è la data, perché la data del 20 è quella a cui pensa Syriza, ma se le consultazioni dovessero andare avanti, in qualche modo sarebbe difficile rispettare questa data e si dovrebbe pensare magari alla domenica successiva o addirittura alla prima domenica di ottobre. Comunque, credo che a questo punto non ci sia alcun dubbio che si vada alle elezioni.

D. – Le cancellerie europee sembrano avere accolto con una certa indifferenza, una certa freddezza, questa decisione di Tsipras. Ma si chiede solo il rispetto degli impegni?

R. – Io credo che l’Europa non abbia alcun problema. Non credo che ci possa essere un solo governo in Grecia che possa contraddire tutto quello che è stato deciso. Il problema è rafforzare questo in qualche modo, con tutte le forze che riconoscano che bisogna procedere su questo piano. Quindi credo che ci sia la sicurezza da parte dell’Europa - anche perché non si può ricominciare da capo - che gli impegni  verranno rispettati, in un modo o nell’altro: con Tsipras o senza Tsipras; con Tsipras e qualche altro in un governo di coalizione.

D. – Quindi quali passi dobbiamo immaginarci in un possibile nuovo governo di Tsipras?

R. – Tre possibilità: un governo solo Syriza, quasi improbabile, di Tsipras; un governo di coalizione; o, se la situazione – dipenderà dai risultati – fosse particolarmente difficile, un governo di unità nazionale, di larghe intese, che tenga insieme tutti coloro che stanno sostenendo il governo oggi, sia all’interno del governo - non tutta la maggioranza - sia all’opposizione, e rendere formale il fatto che non è più solo il governo di Syriza con Kammenos, ma è un governo allargato anche ad altre forze.








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