2015-08-19 12:12:00

Mons. Galantino: la politica non sia harem di cooptati e furbi


“Senza politica si muore. Le società si disgregherebbero e la prepotenza umana dilagherebbe. Nessuno ha inventato ancora un sostituto delle istituzioni politiche, del diritto, della democrazia. Le società hanno bisogno di essere governate; da cristiani e da cittadini consapevoli, dobbiamo aggiungere che dovrebbero essere governate prima di tutto secondo giustizia”. Lo afferma il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, nella “Lectio degasperiana” che avrebbe dovuto leggere ieri sera a Pieve Tesino, e che invece ha scelto di affidare al presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Giuseppe Tognon, preferendo non presenziare “al fine di evitare, con la mia sola presenza – ha scritto - di contribuire a rafforzare polemiche o anche semplicemente di allontanare il momento del rasserenamento di un clima invano esasperato”.

La Chiesa nel dopoguerra godeva di una “benevolenza popolare” 
“L’esperienza degasperiana della ricostruzione italiana - annota Galantino - è un’esperienza popolare che va oltre le vicende politiche nazionali: è una forma alta di partecipazione e insieme una dimostrazione di ciò che si può realizzare quando la si assume davvero come una missione di servizio”. Galantino ricorda la “benevolenza popolare” di cui la Chiesa godeva nel dopoguerra - “una fiducia antica che come Chiesa dobbiamo sempre nuovamente meritare” - grazie alla quale “ha potuto chiamare alla politica un’intera generazione di giovani, la generazione di Moro e di Fanfani, e tenere unito il mondo cattolico”. Una “nuova leva di deputati e senatori” e un’“unità politica che abbracciava sindacati, associazionismo, organizzazioni religiose, e che qualcuno nella Chiesa pensava di poter manovrare a piacimento”, che “non avrebbero avuto il loro successo” senza De Gasperi. Così nel 1954, “con la fine politica di De Gasperi si chiuse davvero un’epoca che ritorna attuale oggi”, allorquando “siamo in pieno nel passaggio verso una nuova intelligenza civile”.

La politica oggi: puzzle di ambizioni personali in un piccolo harem di cooptati e di furbi
“De Gasperi - ha rimarcato - aveva ben chiaro che una crisi come quella del secondo dopoguerra non poteva essere vinta con la leva dei soli strumenti economici: era necessario che una rigorosa politica di bilancio fosse inserita in una visione politica internazionale ed europea e venisse sostenuta - vorrei dire incarnata - da una ferrea tempra morale”. Guardando alla situazione attuale, Galantino ha aggiunto: “La politica non è forse quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all’interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi. La politica è ben altro, ma per comprenderlo è inutile prodursi in interminabili analisi sociologiche o in lamentazioni, quando è possibile guardare a esempi come quello degasperiano. I veri politici segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché solo da quella prospettiva che non è mai comoda, si possono percepire grandezze e miserie dell’umanità”.

Il ruolo dei cristiani in politica
“Pensiamo spesso – afferma mons. Glantino - che il buon cattolico sia un uomo a metà, una via di mezzo tra gli ambiziosi e i disperati e non è vero. Pensiamo che un cattolico sia un uomo con il freno a mano, che non possa godere del successo della scienza o dei frutti della ricchezza, ma sono bestemmie perché non c’è nessun motivo che ci spinga a rinunciare ad offrire al Signore il meglio dell’intelligenza e dello sviluppo economico e tecnologico. Il cristiano è solamente colui che, anche in questi campi, mette tutto se stesso al servizio degli altri e nelle mani del Signore”.

La politica come ordine supremo della carità
​“Nessun politico dovrebbe mai cercare voti sulla pelle degli altri e nessun problema sociale di mancanza di lavoro e di paura per il futuro può far venir meno la pietà, la carità e la pazienza”. “La politica come ordine supremo della carità: questa io credo dovrebbe essere la grande avventura per chi ne sente la missione”, rimarca Galantino nel testo, ribadendo che “è questo che mi ha spinto a essere fin troppo chiaro (qualcuno ha scritto ‘rude’) negli interventi di questi ultimi giorni - almeno quelli non inventati - sui drammi dei profughi e dei rifugiati”.

Uno sguardo all’Europa 
“L’Europa che De Gasperi ha contribuito a fondare era più generosa di quella di oggi e i suoi capi politici farebbero bene a ricordarsi da dove gli europei sono venuti e dopo quali terribili prove. L’Europa non può diventare una maledizione; è un progetto politico indispensabile per il mondo, a cui la Chiesa guarda con trepidazione, come un esempio, un dono del Signore.” (R.P.)








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