2015-08-11 12:34:00

Giornata Creato. Mons. Santoro: Francesco chiede conversione ecologica


Ha suscitato grande interesse al livello internazionale, non solo ecclesiale, l’indizione da parte di Papa Francesco di una Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato, che ricorrerà ogni anno il primo settembre. Su questa importante novità, annunciata ieri, Alessandro Gisotti ha intervistato l’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la Giustizia e la Pace:

R. – Innanzitutto, è stata una gioia straordinaria l’Enciclica "Laudato Si’" e poi, dopo, una Giornata per la custodia del Creato è proprio mettere l’attenzione sul tema dell’ambiente come un elemento non secondario della nostra esperienza di fede: non possiamo pensare alla nostra fede trascurando la cura della Casa comune, come dice il Papa nella "Laudato Si’". Una grande gioia nella direzione di considerare la cura del Creato non elemento periferico, accidentale, secondario della nostra fede, ma proprio un tutt’uno con la nostra fede nel Signore Gesù, nel Creato come opera delle mani del Signore altissimo.

D. – Il Papa chiede una “conversione ecologica” ai fedeli: effettivamente, noi vediamo come l’ecologia poi abbia un impatto fortissimo anche sulla vita dell’uomo, sulle sue relazioni sociali … La drammatica storia e anche le vicende nella diocesi di Taranto parlano molto al riguardo…

R. – Certamente, la conversione ecologica è proprio un cammino che ci interpella tutti. Innanzitutto, interpella noi, qui – nella situazione di Taranto – con la grande problematica legata all’Ilva, con la grande problematica del conflitto ingiusto tra difesa dell’ambiente e difesa del lavoro. L’attenzione alla realtà, innanzitutto, cioè la conversione ecologica è come un punto centrale dell’attenzione alla realtà. Se ti trovi in un contesto come questo, come Chiesa non puoi non considerare la sfida che questa problematica ti offre: innanzitutto, per gli ammalati e per i morti che ci sono stati a causa dell’inquinamento e poi anche per il dramma che comporta vedere un territorio così bello inquinato, contaminato… Una terra che ha una vocazione agricola, poi turistica, artigianale, culturale, invasa in maniera così forte, così feroce, da un tipo di modello di sviluppo che è quello industriale. Perciò, è un aspetto diretto, questo, della conversione, di considerare proprio la realtà, quindi l’economia, non come il fattore determinante, l’idolo della vita, ma come qualcosa al servizio della vita.

D. – Alla base del deturpamento della Casa comune – il Papa ha denunciato tante volte – c’è una “economia che uccide”…

R. – Certamente. L’economia che uccide, l’economia che invece di favorire lo sviluppo della persona, delle famiglie, della società, diventa l’idolo, diventa il lucro, diventa il profitto, il dio-denaro… In questo senso, è proprio salutare il richiamo che il Papa ci fa. Il Santo Padre, nell’Enciclica, assieme con la conversione ecologica parla anche dell’ecologia sociale: la difesa dell’ambiente e della natura non può essere separata dalla difesa della società, del bene comune. Non si può pensare a un’economia che sia contro la natura, il Creato e contro la persona. Noi, qui a Taranto, siamo particolarmente grati al Santo Padre perché mette in evidenza questo doppio legame – la difesa dell’ambiente e l’ecologia social. Mettere l’accento proprio sulla difesa della vita e del lavoro, come un elemento fondamentale e sostanziale della vita, è una cosa importantissima: l’unità dell’ecologia ambientale con l’ecologia sociale.








All the contents on this site are copyrighted ©.