Una religiosa benedettina filippina di 47 anni, nota per le sue campagne contro le estrazioni minerarie nella regione filippina meridionale di Mindanao in difesa delle popolazioni indigene, è la vincitrice dell’edizione 2015 del Premio Weimar per i diritti umani. Il riconoscimento, sponsorizzato dall’organizzazione caritativa tedesca Missio, è stato conferito a suor Stella Matutina “per il suo straordinario impegno in difesa dei diritti delle popolazioni indigene, nonostante le costanti minacce di morte ricevute per la sua attività”.
La religiosa minacciata per il suo impegno in difesa degli indigeni
La motivazione “mette in evidenza la situazione di
Mindanao e delle Filippine in generale, dove i poveri, i contadini, gli indigeni,
gli attivisti per i diritti umani e i difensori dell’ambiente devono subire intimidazioni,
affrontare rischi e spesso la morte”, ha dichiarato la religiosa all’agenzia Ucan,
sottolineando che più che un riconoscimento personale, il premio riconosce i “sacrifici
collettivi” di tutti i difensori della libertà e dell’ambiente contro “il tentativo
sistematico di limitare lo spazio democratico e di fronte alle minacce alla sicurezza”.
Oltre a condurre campagne contro l’invasione dei territori indigeni da parte dell’industria
mineraria, suor Matutina si è battuta contro la conversione dei terreni agricoli di
Mindanao in piantagioni di palme da olio, banane e ananas. Per questo suo impegno
non solo è stata minacciata, ma anche accusata di simpatie con la guerriglia locale.
La Chiesa da tempo impegnata nella difesa dei diritti delle popolazioni
tribali
La Chiesa filippina è da tempo impegnata nella difesa
e nella promozione umana dei diritti degli aborigeni (circa 15 milioni, pari al 10
per cento della popolazione) tanto che, nel 1995, ha istituito una speciale Commissione.
In numerose occasioni, essa ha esortato il governo centrale a devolvere più risorse
per queste popolazioni vittime di povertà ed emarginazione, soprattutto nel campo
dell’istruzione, della salute e nella conservazione della loro identità culturale.
Le tribù indigene sono concentrate soprattutto nelle regioni di Mindanao e Cordillera,
aree dove si trovano le principali risorse naturali del Paese. Per questo, esse sono
spesso costrette ad abbandonare le loro terre per lasciare spazio ad industrie e miniere,
non di rado nell’indifferenza delle autorità che porta a considerare le popolazioni
tribali come un ostacolo allo sviluppo economico. (L.Z)
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