2015-08-06 12:26:00

Lettera del Papa per il centenario evangelizzazione di Timor Est


Grande attesa nel piccolo Stato asiatico di Timor Est per i prossimi festeggiamenti del 15 agosto, festa dell’Assunzione di Maria, quest’anno dedicati al quinto centenario dell’evangelizzazione del Paese. In questa occasione il Papa ha inviato una lettera al cardinale Pietro Parolin, segretario di Sato, nominato Legato pontificio per le celebrazioni in programma nella capitale Dili. Il servizio di Roberta Gisotti:

“E’ giusto e opportuno che questo avvenimento venga ricordato adeguatamente”, sottolinea Francesco nella Lettera, richiamando alla memoria gli “intraprendenti missionari” domenicani che con “coraggio compirono un lungo viaggio”, superando “innumerevoli difficoltà” per portare a queste genti il Vangelo, giungendo nel 1515 nella parte orientale dell’isola di Timor, colonizzata dai portoghesi. Tardivamente conquistata l’indipendenza, nel 1975, Timor Est fu nell’immediato invasa dall’Indonesia, che già occupava il resto dell’isola, sollevando nuove e sanguinose lotte per la libertà. A nulla valsero le condanne dall’Onu e della comunità internazionale ad evitare la dura repressione di Giacarta anche sulla popolazione civile in massima parte cattolica, fino all’Amministrazione controllata da parte delle Nazioni Unite, dal 1999 al 2002, quando è stata infine proclamata la Repubblica democratica del Timor Orientale.

Da allora - ricordava Francesco ai presuli giunti lo scorso anno a Roma in visita ad Limina - “dalla sospirata e felice nascita della vostra patria” “non sono mancate dolorose sorprese legate alla concertazione nazionale, con la Chiesa a ricordare le basi necessarie di una società che intende essere degna dell’uomo e del suo destino trascendente”. Da qui la raccomandazione del Papa ad essere “coscienza critica della nazione, mantenendo a tal fine la dovuta indipendenza dal potere politico in una collaborazione equidistante che lasci ad esso la responsabilità del bene comune della società e di promuoverlo”. Alla Chiesa - osservava Francesco - sia lasciata “la liberta di annunciare il Vangelo in modo integrale, anche quando va controcorrente, difendendo i valori che ha ricevuto e ai quali deve restare fedele”. Gli stessi valori che ispirarono i primi evangelizzatori di Timor Est cinque secoli fa.








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