2015-08-01 12:52:00

Al via la Settimana mondiale dell'allattamento al seno


Da oggi primo agosto fino al 7, ricorre la Settimana mondiale dell’allattamento al seno. Donare il latte, un piccolo gesto per garantire anche ai piccoli che non possono essere allattati, il nutrimento più importante per una crescita più sana. Questo è l’intento della “Banca del latte” dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, una realtà ormai consolidata nel tempo dal 1989. Alessandro Filippelli ha intervistato la responsabile, dott.ssa Antonella Diamanti:

R. – Sicuramente in questa Settimana sarà importante diffondere il più possibile questo messaggio che è fondamentale per il benessere dei bambini. Mi preme sottolineare che il latte materno è un alimento fondamentale e sicuramente il primo da dover scegliere in tutti i bambini e in tutti i neonati. È evidente che in alcuni bambini che sono ricoverati e che hanno particolari patologie, soprattutto nei bambini prematuri, il latte materno ha una valenza ancora più importante.

D. – La banca del latte all’ospedale Bambino Gesù di Roma è una realtà più che consolidata nel tempo: quali sono i vantaggi che questa iniziativa offre?

R. – E' un’esperienza più che consolidata. Infatti, questa attività è partita nel 1989. Quindi abbiamo un’esperienza pluriennale di gestione di mamme che ci donano questo importante alimento e che generalmente è un alimento, una risorsa molto limitata. È evidente quindi che debba essere data a quei bambini che ne hanno più bisogno, che maggiormente si avvantaggiano delle caratteristiche di questo latte.

D. – Quanto è aumentato nel tempo il numero delle adesioni e quindi delle donatrici?

R. – I numeri sono considerevoli e le quantità di latte sono più o meno intorno ai 400 litri mediamente l’anno. E quindi tutto sommato, considerando anche che i bambini prematuri, essendo molto piccoli, non ne prendono una grossa quantità, riusciamo a coprire abbastanza bene le esigenze almeno del nostro ospedale e anche di qualche ospedale limitrofo. Il numero delle adesioni è andato progressivamente aumentando: noi siamo adesso più o meno ad una quota complessiva di più di 800 donatrici, che abbiamo raggiunto dal 1989 ad oggi. Una piccola deflessione si è verificata alla fine dell’anno scorso per la difficoltà di recuperare poi il latte al domicilio delle mamme: nel senso che è evidente che la mamma che ci dona il latte non viene a portarlo direttamente in ospedale, ma siamo noi che andiamo a recuperarlo a domicilio. In passato noi avevamo una collaborazione con la Provincia di Roma che - è ben noto - per le note vicende di natura amministrativa non esiste più, e quindi in qualche modo il supporto che veniva dato dalla Provincia attualmente è svolto soltanto da noi, dall’ospedale che raccoglie questo latte soltanto all’interno del Grande Raccordo Anulare, quindi all’interno della città. Dunque, questa difficoltà che abbiamo avuto nel reperimento del latte a domicilio un pochino si è fatta sentire anche sul numero di donazioni e sulla quantità di latte che poi arriva in ospedale.

D. – Qual è il processo di selezione del latte che viene fatto fino poi al consumo finale?

R. – Il latte che le mamme tirano con il proprio tira-latte viene congelato presso il proprio domicilio, e il congelamento è controllato secondo regole abbastanza rigorose, nel senso che quotidianamente le mamme vengono invitate a controllare la temperatura del proprio frigo per valutare se effettivamente le temperature corrette per la conservazione sono regolarmente mantenute. Il latte congelato viene trasportato in ospedale mantenendo rigorosamente la catena del freddo. E successivamente in ospedale, al momento dell’uso, il latte sarà scongelato e sottoposto alla pastorizzazione, per evitare di poter veicolare attraverso il latte dei germi che poi possono essere nocivi per la salute del bambino. È chiaro che tutto il processo è estremamente selettivo: noi passiamo dal sottoporre alle mamme un questionario per capire le loro abitudini di vita. Le mamme sono selezionate sulla base delle loro abitudini anche passate e l’assunzione per esempio di farmaci. Alcune mamme che assumono determinati farmaci, se possono essere idonee all’allattamento del proprio bambino, non lo sono alla donazione del latte.








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