2015-07-30 15:39:00

Immigrati a Calais, Caritas e Migrantes: no alla Ue dei muri


"La Gran Bretagna sta dando la sensazione, più dell'intera Europa, di chiudersi in sé stessa. Sempre più in sè stessa". Oliviero Forti, responsabile dell'Ufficio immigrazione di Caritas Italiana, non usa giri di parole per commentare la decisione del governo britannico di costruire un nuovo reticolato al confine con il terminal francese dell'Eurotunnel di Calais cercando così di bloccare il passaggio a diversi migranti che sognano di attraversare la Manica per conquistare un futuro migliore. A costo anche della vita: finora sono due le persone morte nel tentativo di arrivare a Londra.

Ragiona Forti: quella che si sta materializzando sotto i nostri occhi non è quell'Europa dei Popoli e delle Nazioni vagheggiata dai padri costituenti, ma è l'Europa dei muri: "Questa vicenda lo dimostra oltre ogni ragionevole dubbio" ammonisce Forti. Che spiega: "Non basteranno le sette milioni di sterline stanziate dal governo inglese per la costruzione di una barriera a fermare il flusso di migranti che invece aumenterà. Perchè le motivazioni che inducono ad affrontare viaggi incredibili rischiando anche la vita sono molto più forti di qualsiasi muro. Quale dovrebbe essere, allora, l'atteggiamento giusto? Il governo britannico in collaborazione con quello francese dovrebbe vagliare la posizione di questi migranti: sono sicuro che molti di loro hanno diritto a qualche forma di protezione".

Di involuzione verso gli egoismi particolari di ciascun Paese europeo parla anche mons. Giancarlo Perego, direttore generale di Migrantes:" Sul piano culturale e politico è davvero un momento di chiusura. Si crede che le realtà  dei nostri Paesi vengano salvaguardate attraverso la chiusura agli altri. E' una prospettiva sbagliata. Negli anni '90 abbiamo accolto 4 milioni di profughi dei Balcani: com'è possibile che ora ci si spaventi per un milione di immigrati da dividere tra 28 Nazioni? ". La soluzione definitiva? Non c'è, è ovvio. Ma, assicura mons. Perego, se l'Europa smettesse di gestire l'immigrazione come un'emegenza e la trattasse come un fatto strutturale, le cose andrebbero meglio. Molto meglio.








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