2015-07-29 13:43:00

Medici di famiglia sui tagli alla sanità: sprechi sono altrove


Dopo l’approvazione, ieri in Senato, del maxiemendamento sugli Enti locali che prevede tagli per 2,3 miliardi di euro nella sanità, crescono le preoccupazioni di medici e cittadini sul ridimensionamento delle prestazioni gratuite erogate dal sistema sanitario nazionale. Su questo provvedimento, che dovrà ottenere ora l’ok della Camera, Elvira Ragosta ha intervistato la dottoressa Donatella Gialdini, vicepresidente dell’Associazione italiana medici di famiglia (Aimef):

R. – Il provvedimento, in minima parte, può essere anche giusto, perché effettivamente negli ultimi anni i pazienti hanno un po’ usufruito in maniera esagerata delle analisi e degli accertamenti, anche in modo erroneo. Questo con la compiacenza di alcuni medici che, magari per paura di perdere il paziente, hanno assecondato le loro richieste. Ma questo solo in minima parte, perché in realtà lo spreco esagerato della sanità non riguarda questo settore, quanto il comprare robot in esubero, il costruire ospedali che non sono mai stati aperti o gli stipendi dei direttori sanitari… Dobbiamo quindi risparmiare su altre cose. Per esempio: il prezzo di una siringa varia tantissimo a seconda della regione; sappiamo che ci sono regioni del sud che hanno voragini di 5 miliardi… Bisogna partire da lì, rispetto a regioni più virtuose come la Toscana o il Veneto.

D. – Le modalità con cui applicare questi tagli saranno note tra un mese, quando il ministro per la salute Lorenzin emanerà i relativi protocolli. Ma cosa cambia in generale? Cosa comporta questo provvedimento per i pazienti e per i medici di famiglia?

R. – Per quanto ne sappiamo fino ad oggi, lo Stato ci fornirà un elenco di esami che continueranno ad essere mutuabili e poi ci sarà un elenco di esami ed accertamenti che invece non saranno previsti. Quindi ci stiamo avvicinando verso una medicina privata e, chiaramente, chi ne farà le spese saranno i meno abbienti. Ci stiamo avvicinando praticamente al modello degli Stati Uniti, in cui si sarà una privatizzazione della sanità e il medico sarà punito, perché gli verrà decurtato lo stipendio - cosa ne non viene fatto a nessun altro professionista, né tantomeno ai politici come ben sappiamo … - se non si atterrà a queste regole. Almeno questo è quello che sappiamo. Non credo che sarà intaccato il rapporto di fiducia medico-paziente, perché se un medico di famiglia ha lavorato bene, si assume le sue responsabilità e soprattutto agisce per il bene del paziente – come cerchiamo di fare noi dell’Associazione di Medici di famiglia italiani – e se c’è quindi questo rapporto di fiducia solido, io credo che non vada intaccato. Però non sempre è così! Ci sono quelli che sotto minacce dell’Asl o delle regioni o dell’azienda sanitaria magari cercano di risparmiare perché hanno incentivi.

D. – Dal mondo della sanità si annuncia una mobilitazione in risposta a questo provvedimento che – ricordiamo ancora – dovrà ottenere l’approvazione della Camera dei Deputati. Voi come associazione avete preso delle iniziative?

R. – Ne dobbiamo parlare ancora e, soprattutto, dovremo leggere il decreto attentamente, perché vogliamo capire bene, fino in fondo, che cosa comporta, su cosa possiamo essere d’accordo e su cosa faremo invece sicuramente battaglia.  








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