2015-07-25 11:24:00

Il commento di don Ezechiele Pasotti al Vangelo della Domenica


Nella 17.ma domenica del Tempo ordinario, la liturgia ci presenta il Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Era vicina la Pasqua ebraica e Gesù, di fronte ad una gran folla senza cibo, dice a Filippo:

«Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere.

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento di don Ezechiele Pasotti:

L’evangelista Giovanni nota, non casualmente, che era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Il segno che Gesù sta per compiere e la parola con cui accompagna il segno, marcano una svolta nella missione del Signore, perché da questo momento si separano coloro che accolgono pienamente Gesù, compimento delle promesse antiche, della Pasqua, e coloro che ritengono questa parola insopportabile, inaccettabile. La moltiplicazione dei pani e dei pesci non vuole essere un “miracolo” che risolve un problema concreto, ma un segno con cui il Signore intende preparare il popolo all’avvento della Pasqua definitiva nel suo corpo e nel suo sangue, per ricongiungere l’uomo al suo Dio e condurlo, in un nuovo esodo, al di là della morte. Il popolo, come anche noi, non coglie questa dimensione, si accontenta di avere risolto il problema della fame oggi e di poterlo risolvere, forse anche domani facendo Gesù re. Il Messia è visto dai “tetti in giù”, per risolvere i nostri problemi. La tentazione del pane, la tentazione di vedere la vita solo come una risposta ai problemi della fame, del non soffrire, del vivere una vita borghese, senza anima. E’ una visione terribilmente riduttiva: l’uomo ridotto a stomaco da riempire, una visione piccola, borghese, senza nessuna dimensione celeste, divina. Gesù, posto davanti a questa tentazione fugge, si ritira, tutto solo, sulla montagna. E quando incontra nuovamente la folla sarà per metterla nella verità.








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