2015-07-20 14:16:00

Fisco, Zanetti: il taglio delle tasse è una priorità assoluta


Il governo ribadisce che è possibile tagliare le tasse. Il consigliere economico di Palazzo Chigi, Yoram Gutgled, afferma che si agirà su tre fronti: i tagli alla spesa pubblica, la crescita dell'economia, il margine che esiste tra il deficit in rapporto al prodotto interno lordo. Di una “sfida” “difficile” ma “non impossibile” parla il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti, intervistato da Alessandro Guarasci:

R. – Siamo di fronte a una sfida, certamente non impossibile, ma certamente difficile. L’importante ovviamente è avere anzitutto chiaro che una scelta così forte, che personalmente con il mio partito condividiamo in toto, debba costituire una priorità assoluta. Non si possono fare contemporaneamente 100 cose diverse, così radicali e significative. Noi siamo ben lieti che la scelta del governo che supportiamo sia andata in una delle direzioni che indicavamo.

D. – Tra le priorità vi è appunto la cosiddetta “spending review”. Sono però diversi anni che si tenta di fare una seria revisione della spesa e non ci si riesce completamente: possiamo davvero fare affidamento su questo strumento per tagliare le tasse?

R. – In verità in questi anni più di qualcosa si è fatto. Ovviamente si può fare molto meglio, ma, ad esempio già l’anno scorso lo stesso ex commissario alla spending review, Cottarelli, ha avuto modo di certificare dal suo nuovo ruolo che nella Legge di Stabilità per il 2015 questo governo ha comunque tagliato circa otto miliardi di spesa corrente rispetto a quella preventivata per il 2015 stesso. Questi sono gli ordini di grandezza credibili. Se parliamo di spending review da 30 miliardi, da un anno per l’altro, francamente inseguiamo fantasmi e illusioni; se invece parliamo di un lavoro costante da sette-otto-dieci miliardi all’anno per alcuni anni di fila, ecco che viceversa può diventare un lavoro sempre complesso, ma fattibile, ed essere una delle colonne portanti per la riduzione delle imposte.

D. – L’Italia deve rispettare dei vincoli di bilancio soprattutto con l’Unione Europea: secondo lei a Bruxelles che cosa diranno? E, soprattutto, non rischiamo di fare in qualche modo la fine tra qualche anno della Grecia, che proprio per un regime fiscale troppo favorevole verso alcuni soggetti, poi si è ritrovata in cattivissime acque?

R. – Innanzitutto, se noi taglieremo di 50 miliardi le imposte in questi tre anni, non è che il nostro sistema diventerà così incredibilmente favorevole. Diciamo che smetterà di essere tremendamente sfavorevole, ma andrà semmai su livelli medi, non certo addirittura eccelsi. Dopodiché è chiaro che nei rapporti con l’Europa bisogna avere massima chiarezza e trasparenza. Il presidente del Consiglio ha comunque ribadito che questo piano non metterà certo in discussione il rispetto di parametri per l’Europa importanti, come il rapporto deficit/Pil al 3%. I paletti fondamentali per poterlo implementare sono: la spending review; il reinvestimento della crescita, che sta cominciando e che deve essere utilizzato come un volano positivo; e poi naturalmente, a rabbocco, anche il terzo pilastro: un po’ di deficit, ma nel rispetto dei parametri, potrà contribuire a lanciare questo progetto.

D. – In questa riforma delle tasse bisogna dare secondo lei priorità alle famiglie, e dunque intervenire prima di tutto sulle aliquote, affinché anche in Italia in sostanza ci sia un sistema simile a quello che c’è in Francia? Ricordiamo che in quel Paese chi ha quattro figli, quasi non paga tasse…

R. – In questo momento, la priorità delle priorità, dal nostro punto di vista, parlo nel nostro caso come segretario di Scelta Civica, è anzitutto rimettere in moto la produttività, la crescita e quindi concentrarsi prima di tutto sul lavoro e produzione. Dopodiché è chiaro che l’altro paletto fondamentale è quello dell’equità all’interno dei nuclei familiari. Quando andremo a mettere mano alle aliquote, agli scaglioni dell’Irpef, questo è sicuramente un aspetto di cui si dovrà tener conto. Prima però è giusto porre l’accento sugli interventi, sull’Irap e sull’Ires, perché prima di tutto serve ricominciare a crescere, a produrre ricchezza in questo Paese, per poi, al meglio, allocarla tra i diversi soggetti, le diverse categorie. 








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