Sta scuotendo coscienze e suscitando clamori politici e mediatici, negli Stati Uniti, la denuncia di una Associazione statunitense che, attraverso un video, ha svelato le pratiche abortive illegali e il commercio di parti di feti umani in uso all’interno di una catena di cliniche abortiste del Paese. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Questa che vi raccontiamo, anzi ci uniamo a chi l’ha raccontata, è una storia di rassicuranti camici bianchi, che hanno a cuore la salute del prossimo (ovviamente pagante), ed è allo stesso tempo storia di un orribile retrobottega, in cui quegli stessi camici bianchi ottengono i loro successi studiando e usando “pezzi” di corpo di bimbi abortiti.
A ogni costo
I camici bianchi sono quelli sorridenti che campeggiano
sul sito di un colosso della ricerca medica statunitense, che promette cure all’avanguardia
della clinica “a ogni costo” e invita a donare sangue e midollo per consentire il
progresso degli studi e regalare nuove speranze a chi è malato. L’orribile retrobottega
è invece quello svelato da un video girato “undercover”, cioè di nascosto, da alcuni
appartenenti al “Medical Center Progress” (Cmp), associazione no-profit americana
nella quale, si afferma, lavorano giornalisti impegnati nel controllo delle pratiche
mediche.
Una questione di forcipe
Quello che il video mostra è un’intervista con una
donna, un medico di alto rango del colosso di ricerca, alla quale due attori dell’associazione
no-profit, calatisi nei panni di imprenditori di biotecnologie, fingono di voler trattare
l’acquisto di organi e tessuti fetali. La scena si svolge durante un pranzo al ristorante
e proprio questa facciata di normalità rende il contenuto del dialogo ancor più agghiacciante.
Tra un boccone d’insalata e un bicchiere di vino, la dottoressa illustra con esempi
dettagliati e raggelante distacco come in azienda siano tra l’altro “molto bravi a
ottenere cuore, polmoni, fegato”, eseguendo aborti sotto la guida dell’ecografo, perché
così gli organi del bambino finito sotto il forcipe restano intatti e quindi riutilizzabili/vendibili.
Peccato sia illegale
Il rispetto per bimbi uccisi con l’impassibilità riservata
all’ultima delle cavie ci impedisce di scendere in ulteriori particolari, che nel
video sono comunque ben descritti. Ma non solo le parole della dottoressa dimostrerebbero
l’esistenza, nelle strutture del colosso americano, della pratica del cosiddetto “aborto
a nascita parziale”, dichiarato illegale negli Stati Uniti nel 2003. Quello che inquieta,
appesantendo il senso di atrocità, è che la dottoressa appaia in certo senso dispiaciuta
del fatto che, al momento, non si possa fare di più per spingere tutto ciò alla luce
della legalità.
A scopo umanitario
Il colosso americano ha prontamente reagito all’uscita
del video affermando che tutti i campioni di organi e tessuti ottenuti attraverso
gli aborti sono da considerarsi legali, perché donati spontaneamente dalle pazienti
– ed è francamente troppo ritenere una madre “proprietaria” del cuore o del fegato
del figlio che ha deciso di abortire. Inoltre, il compenso che viene erogato alle
pazienti, presentato come rimborso spese, certifica l’esistenza di un commercio attorno
a tali campioni, con tanto di prezzo a seconda del tipo di organo.
Vita sacra e falsa compassione
Non ci interessa fare nomi – chi li vuole li trova
sul web in un secondo. A noi interessa anzitutto essere per un momento la voce di
quei piccoli e anche il loro nome, che voce e nome non li hanno mai avuti e neanche
una vita perché la loro è finita in pezzi, letteralmente, prima di cominciare. A noi
interessa ricordare la natura divina e il valore sacro di ogni vita umana fin dalla
prima scintilla – la stessa da cui è iniziata anche quella della dottoressa e dei
suoi colleghi che studiano ciò che nessuno si è mai sognato di fare a loro quando
erano nelle condizioni di feti indifesi, cioè sezionarli e rivenderli al mercato. A noi interessa ricordare le parole di Papa Francesco, che
parlando ai medici cattolici, lo scorso novembre, ha messo in guardia proprio dalla
“falsa compassione” proposta dal “pensiero dominante”, che ritiene “una conquista
scientifica ‘produrre’ un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo
come dono, o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente
altre”. Quando è autentica, ha ricordato il Papa, la compassione non compra e non
vende. È come quella del Buon Samaritano, generosa e soprattutto gratis.
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