2015-07-15 14:00:00

Vescovi svizzeri: appello all'accoglienza e alla solidarietà


Dobbiamo accettarci differenti e volerci complementari: non c’è una religione che ha ragione e le altre torto: ciascuna apporta qualcosa di importante e dobbiamo accoglierci reciprocamente. Anche questo è costruire la Svizzera”. Così, a nome della conferenza episcopale elvetica, dice l’abate di St-Maurice, Joseph Roduit, in un videomessaggio per la festa nazionale del 1° agosto. “La storia della Svizzera”, fatta di “accordi, ricerca del consenso e di consonanza per fare un’armonia” - riferisce l'agenzia Sir - potrebbe essere “un modello per i Paesi che si costituiscono oggi, dove si cerca un bene comune al di sopra del bene privato” incoraggia l’abate, spiegando come la storia confederale abbia a che fare con “l’idea della solidarietà”. 

Conservare l'apertura alla solidarietà
“Credo che la Svizzera non debba richiudersi sul proprio benessere, ma sempre conservare quest’apertura di solidarietà e aiutare gli altri a vivere ciò che lei ha vissuto”. In Svizzera, dove “un abitante su quattro è straniero”, “se abbiamo dei soldi, è per poterli condividere meglio”, richiama mons. Roduit. L’abate fa anche riferimento all’enciclica di Papa Francesco, sottolineando che se è importante custodire l’ambiente, occorre “non dimenticare i suoi abitanti e la protezione della vita umana”. Dopo un incoraggiamento ai fedeli cattolici a vivere la propria missione nella società, l’abate conclude ringraziando “per tutto quello che si fa di buono, bello e vero nel senso dell’accoglienza”. (R.P.)








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