2015-07-14 14:01:00

Bologna, funerali Biffi. Caffarra: fu uomo di Dio libero e vero


Il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, ha presieduto questa mattina i solenni funerali del suo predecessore sulla cattedra di San Petronio, il cardinale Giacomo Biffi, scomparso sabato scorso all’età di 87 anni. Autorità civili, militari e religiose hanno partecipato alle esequie insieme a numerosi vescovi e centinaia di sacerdoti. Tra i cardinali presenti, anche Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Un abbraccio caloroso quello che la diocesi petroniana ha riservato al cardinale Biffi, suo pastore dal 1984 al 2003. Il servizio da Bologna di Luca Tentori:

Scusate il disturbo e grazie della compagnia. Così, con il suo stile ironico e arguto, si congedò il cardinale Giacomo Biffi dalla Curia bolognese nel dicembre del 2003, dopo quasi un ventennio di episcopato. Di quel disturbo evangelico e di quella compagnia che guidava con decisione ha parlato questa mattina il cardinale Carlo Caffarra, suo successore, durante le esequie celebrate nella cattedrale metropolitana di Bologna:

“Il vescovo Giacomo amava profondamente Cristo, e per usare le parole del Poeta, «la bella Sposa, che si acquistò con la lancia e coi clavi» [Paradiso XXXI, 128-129]. Sentiva come una sorta di gelosia perché la sposa non guardasse con desiderio altri all’infuori di Cristo”.

Poi, un accenno alla sua teologia e guida spirituale:

“Questo modo di guardare la realtà gli dava una grande libertà di giudizio – 'Ubi fides, ibi libertas', era il suo motto. Una grande libertà di giudizio sui fatti di oggi e del passato, anche dal punto di vista rigorosamente storico. Il nostro vescovo Giacomo ci ha insegnato a pensare ogni cosa per mezzo di Gesù Cristo e Gesù Cristo per mezzo di ogni cosa. E Dio solo sa quanto oggi nella nostra Chiesa italiana abbiamo bisogno di una fede capace di generare un giudizio sugli avvenimenti che stanno accadendo”.

Uomo di una carità nascosta, ha proseguito il cardinale Caffarra, è stato di esempio anche negli ultimi mesi in cui la malattia lo aveva pian piano consumato:

“Perché non dimentichiamo mai che la più grande povertà dell’uomo è non conoscere Gesù Cristo”.

Un ricordo del cardinale Biffi a margine della celebrazione ai nostri microfoni è arrivato anche dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana:

“Era un punto di riferimento anche per il mondo culturale italiano e sociale in tutti i suoi aspetti, perché vedevano e riconoscevano in lui una mente lucida e un grande cuore che amava il Paese e Cristo naturalmente. E da Cristo il Paese intero. Quindi, riconoscendo questo, tutti guardavano a lui e ascoltavano la sua parola. L’amore va sempre unito alla verità e la verità è sempre da annunciare nell’amore. Poiché Dio è verità e amore. Questo ce lo ha detto Gesù e questo lo aveva presente con estrema chiarezza e lo viveva nella sua vita”.

Se ne è andato così anche l’ultimo cardinale del Novecento della Chiesa di Bologna che ha visto grandi pastori guidarla nelle turbolenze della storia. Prima di lui, il cardinale Antonio Poma che gestì la fase del post-Concilio, affrontò i terribili "Anni di piombo" e fu il primo presidente della Conferenza episcopale italiana. Negli anni ’50 e ‘60 un altro Giacomo cardinale, di cognome Lercaro, uno dei quattro moderatori del Concilio Vaticano II. All’inizio del secolo, ancora un altro Giacomo, questa volta Della Chiesa, che divenne Pontefice con il nome di Benedetto XV, il Papa della grande Guerra, quell’”inutile strage” che non riuscì a scongiurare.








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