A conclusione della sua Assemblea ordinaria n.104, la Conferenza episcopale del Venezuela ha pubblicato una esortazione pastorale che prende spunto dal versetto biblico "Conosco le sofferenze del mio popolo" (Esodo 3,7), per esprimere la preoccupazione dei vescovi e le loro richieste alla comunità nazionale. In 29 punti, il documento pervenuto a Fides invita a riflettere sugli eventi che vive il continente e il Paese: la visita apostolica di Papa Francesco in America Latina, la pubblicazione della enciclica Laudato Si, la beatificazione dell'arcivescovo Oscar Arnulfo Romero, l'entusiasmo per il prossimo Incontro Nazionale dei Giovani (Enajo).
Il popolo venezuelano vive in grosse difficoltà
L’esortazione analizza i principali problemi che vive la società: "Il popolo venezuelano
chiede migliori condizioni di vita quotidiana; chiede una maggiore sicurezza e protezione
per il diritto alla salute e all'alimentazione. L'intera nazione soffre la mancanza
di farmaci e di cure ospedaliere e di molte altre carenze. Chiede maggiore sicurezza
contro la violenza sfrenata, l'impunità e il traffico di droga. Le interruzioni del
servizio elettrico e del servizio di acqua potabile in tutto il Paese, colpiscono
sia la vita familiare che il lavoro, e generano angoscia e danni".
Tenere conto dell'interesse dei poveri
Dinanzi a questa situazione, i vescovi ricordano: "Tutti siamo necessari. Il Venezuela
è di tutti. Ognuno di noi ha l'obbligo morale di fornire il meglio, nel perseguimento
del bene comune, tenendo conto degli interessi dei poveri, perché non siano loro a
sopportare il peso più oneroso delle misure adottate". Poi aggiungono: "Vogliamo costruire
un Paese che concepisca la politica come l'arte di armonizzare i diversi modi per
cercare il consenso e il bene comune di tutti i venezuelani, non insistendo sulla
polarizzazione, le differenze, il rifiuto di riconoscere l'altro".
Continuiamo a costruire una Chiesa povera e dei poveri
Ricordando che "tutto il popolo deve partecipare responsabilmente al processo elettorale
del prossimo dicembre”, i vescovi sottolineano che questa “è l'occasione della ricostruzione
politica e sociale del Paese”. Il documento si conclude con un invito: "Come cittadini
e come credenti, sappiamo che l'esperienza cristiana deve portare a conseguenze sociali.
Continuiamo a costruire una Chiesa povera e dei poveri, in atteggiamento missionario,
in una permanente attività di conversione, disponibile e samaritana, che riesca ad
insegnare, predicare e guarire con atteggiamento misericordioso".
(C.E.)
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