2015-07-09 15:00:00

Ecuador. Papa a clero: non siamo mercenari, la grazia non si fa pagare


Il Papa ha lasciato l’Ecuador, dove era giunto domenica scorsa, diretto in Bolivia, per poi recarsi venerdì prossimo in Paraguay, ultima tappa del suo viaggio apostolico in America Latina, che si chiuderà domenica, con il rientro a Roma il 13 luglio. A salutare Francesco all’aeroporto di Quito il presidente della Repubblica, Correa, le autorità civili e una folla di fedeli. Prima di lasciare la terra ecuadoregna, Francesco ha voluto immergersi nel quartiere povero di Tumbaco alla periferia di Quito, visitando la Casa di riposo delle Missionarie della Carità; poi l’incontro nel Santuario della Vergine del Quinche con il clero, i religiosi e i seminaristi: non entrate in carriera e non dimenticate le vostre radici, ha chiesto loro il Papa parlando interamente a braccio. Il servizio di Roberta Gisotti:

Fare come Maria che ha sempre vissuto come discepola
Una gran bella sorpresa, per gli anziani, una settantina, in gran parte non autosufficienti, ospiti nella casa delle Missionarie della carità, poter incontrare il Papa, che si è chinato su ciascuno di loro, un abbraccio, un bacio, un carezza sul capo. Poi tra la gente, tanta, che si è stretta intorno alla sua auto, Francesco ha ripreso il viaggio verso il Santuario mariano nazionale del Quinche, dove lo aspettavo un migliaio di sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi.

“Tengo un discurso preparado…
“Ho un discorso preparato - ha detto -  però non ho voglia di leggerlo!”. Applausi di simpatia. Quindi parole, a braccio, che hanno toccato il cuore e l’anima, di chi è stato scelto - come Maria - gratuitamente da Dio, per essere discepoli, senza averlo meritato. Fate come Maria che "non è mai stata protagonista" di nulla, “ha sempre vissuto come discepola in tutta la sua vita”:

“Religiosas, religiosos, sacerdotes, seminaristas…
“Religiose, religiosi, sacerdoti, seminaristi tutti i giorni tornate a percorrere questo cammino di ritorno verso la gratuità con cui Dio vi ha scelti. Voi non avete pagato l’ingresso per entrare in seminario, per entrare nella vita religiosa. Non ve lo siete meritato”.

Non dimenticare la gratuità di Dio
Dovete ricordare e tornare ogni giorno alla gratuità di Dio, ha detto loro. Solo questo vi rende importanti. Se dimentichiamo questo ci allontaniamo da questa gratuità:

“Y pida la gracia de no perder la memoria…
“E chiedete la grazia di non perdere la memoria, di non sentirvi mai importanti”.

Evitare azheimer spirituale e carrierismo
Poi l'esortazione: abbiate cura della vostra salute, ma soprattutto non ammalatevi di una malattia pericolosa:

“…del todo peligrosa para los que el Senor nos llamò…
“… pericolosa soprattutto per quelli che il Signore ha chiamato gratuitamente a seguirlo e a servirlo: non cadete nell’alzheimer spirituale, non perdete la memoria da dove siete stati tolti”.

Malattia che attacca chi non ha memoria delle proprie radici. E non vi sentite promossi, ha aggiunto Francesco:

“La gratuidad es una gracia que no puede…
“La gratuità è una grazia che non può convivere con la promozione. E quando un sacerdote, un seminarista, un religioso, una religiosa entra in carriera – non parlo di cose negative: una carriera umana – comincia ad ammalarsi di alzheimer spirituale; comincia a perdere la memoria del luogo da cui è stato tolto, da cui proveniva”.

Il cammino del servizio
“Servire, servire - ha proseguito - e non fare altro. E servire quando siamo stanchi; servire quando la gente veramente ci disturba”:

“Porque quien va por el camino del servir tiene que…
“Perché chi percorre il cammino del servizio deve lasciarsi disturbare senza perdere la pazienza. Perché quel servizio in nessun momento gli appartiene”.

Non farsi pagare la grazia: pastorale sia gratuita
Di notte prima di dormire situatevi nella gratuità di Dio e ringraziatelo per il dono che vi ha fatto. “E per favore, ha concluso il suo discorso a braccio, non fatevi pagare per la grazia":

“Por favor, que nuestra pastoral sea gratuita…
“Per favore, che la nostra pastorale sia gratuita”.

Il discorso non pronunciato: non siamo mercenari
Così anche nel discorso preparato - consegnato al presidente della Conferenza dei religiosi, mons. Celmo Lazzari – Francesco sollecita sacerdoti, religiosi e seminaristi a rinunciare “ad ogni egoismo, ad ogni ricerca di guadagno”:

“No somos mercenarios, sino servidores...
“Non siamo mercenari, ma servitori” - scrive - "non siamo venuti per essere serviti, ma per servire e lo facciamo con pieno distacco, senza bastone e senza bisaccia”.

No a vanagloria e mondanità
“Que la vanagloria y la mundanidad...

“Che la vanagloria e la mondanità non ci facciano dimenticare – sottolinea - da dove Dio ci ha riscattati!, che Maria del Quinche ci faccia scendere dalle nostre ambizioni, dai nostri interessi egoistici, dalle eccessive attenzioni verso noi stessi!”.

Poi ancora:

“Caminemos juntos, sosteniéndonos unos a otros...
“Camminiamo uniti, sostenendoci gli uni gli altri, e chiediamo con umiltà il dono della perseveranza nel suo servizio”.

Cultura dell'incontro
“Qué lindo es cuando la iglesia persevera en su esfuerzo por ser casa...

“Com’è bello - ha aggiunto Francesco - quando la Chiesa persevera nel suo sforzo per essere casa e scuola di comunione, quando generiamo quello che mi piace definire la cultura dell’incontro!”

Chiesa in uscita
Infine il richiamo ricorrente alla “Chiesa in uscita”:

“Una iglesia en salida es una iglesia que se acerca, que se allana...
“Una Chiesa che si avvicina, che si adatta per non essere distante, che esce dalla sua comodità e ha il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”.








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