“I jihadisti estremisti si infiltrano nel cuore stesso della cultura occidentale per occupare gli spazi vuoti lasciati da una modernità consumistica, di potere e di edonismo, che non risponde alle domande fondamentali del significato dell’esistenza”. È l’analisi de “La Civiltà Cattolica”, che nell’editoriale dell’ultimo numero approfondisce la portata dei tre attentati del “venerdì nero” del 26 giugno 2015 - in tre continenti diversi, in tre luoghi simbolici: una fabbrica, una spiaggia, una moschea - che “ci ricordano i successi del califfato in un anno: Abu Bakr al-Baghdadi è stato in grado di installare il califfato nel panorama geo-politico e mediatico”.
L'estremismo ha creato un fossato anche tra i Paesi musulmani
Inoltre, “ha creato una estrema tensione diffondendo il terrore attraverso i media
che trasmettono le esecuzioni e le decapitazioni. Il suo strumento di propaganda utilizza
le più recenti tecniche per fomentare l’emozione globale. Si è assicurato il controllo
del territorio e continua a diffondere il suo messaggio radicale su tutto il pianeta.
Sviluppa una ferocia senza precedenti, creando un fossato tra i Paesi anche musulmani
che vogliono seguire la via della democrazia e del rispetto delle persone e della
loro libertà e un sistema ideologico che blocca le persone in un fondamentalismo radicale”.
I fattori che contribuiscono al progresso del Califfato
Due, per la rivista dei gesuiti: “La divisione del Medio Oriente e l’incapacità delle
potenze occidentali ad agire su questi territori” e la capacità di trovare consensi
presentandosi come “un’alternativa ai regimi islamici corrotti’”. Ma il problema
che pone il califfato “non è solo la conquista limitata di un territorio regionale,
bensì l’intenzione di colpire l’opinione pubblica mondiale”: 3.000 i giovani reclutati
in Tunisia, in Europa e perfino in Australia”. Senza contare che, “per mezzo di Internet,
chiunque può consultare i siti del Califfato e le sue promesse nei ghetti di periferia
o nelle prigioni, e reclutare spiriti inquieti, insoddisfatti e radicali”.
Opera una distruzione totale nel vuoto del nostro universo occidentale
È così che “i jihadisti estremisti s’infiltrano nel cuore stesso della cultura occidentale”:
la politica “è colta come un gioco di potere guidato da ambiziosi più che un servizio
del bene comune”. Le famiglie, “spesso divise, non corrispondono più al bisogno reale
di autorità, che struttura la personalità. Così molti giovani sono alla ricerca di
norme e di regole di vita”, e li trovano nel radicalismo islamico. “Nascosto dietro
un linguaggio di dono e di offerta di sé, la perversità di un tale funzionamento,
che occulta le atrocità della violenza, opera una distruzione totale nel vuoto del
nostro universo occidentale”, ammonisce “La Civiltà Cattolica”. (R.P.)
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