2015-07-08 16:39:00

Papa in Bolivia, verso il cuore dei popoli indigeni


La seconda tappa del Viaggio apostolico di Francesco in America Latina è la Bolivia, un Paese straordinariamente variegato - si va dall'altipiano a quattromila metri di altitudine alla regione dell'Amazzonia - e che, insieme al Guatemala, conta il 60% dell'intera popolazione indigena, di cui una parte è ben integrata nel sistema 'occidentale', l'altra è ancora fortemente radicata ai valori della foresta pluviale. "L'attuale governo sta creando le condizioni per un ampliamento della distribuzione delle ricchezze, cosa che fino a dieci anni fa non esisteva; serpeggia tuttavia il malcontento", spiega Fabio Garbari SJ, originario di Trento, da 28 anni in Bolivia, parroco in una antica riduzione gesuitica in Amazzonia.

"Il Papa in Ecuador ha ricordato i valori sociali essenziali della gratuità, della solidarietà e della sussidiarietà", riprende il gesuita sottolineando che in Bolivia è proprio quest'ultima a mancare. "Francesco ci sta muovendo nella direzione di aprirci all'altro, a chi è portatore di opinioni diverse dalle proprie, offrendoci uno stile di superamento della logica della separatezza per una logica dell'inclusione". "La nostra società vince quando ogni persona, ogni gruppo sociale, si sente veramente a casa", ha ripetuto Francesco a Quito nell'incontro con la società civile.

La bella omelia a Guayaquil e i riferimenti alla famiglia sono da intendere alla luce dei problemi che qui essa vive e che sono dissimili da quelli che può vivere altrove. "La famiglia è minacciata qui dalla fortissima emigrazione - afferma padre Garbari - verso l'Europa, gli Usa, l'Argentina, il Brasile. Essa è disgregata per la povertà, dunque per ragioni economiche". La Chiesa locale come contribuisce alla coesione sociale? "E' il documento del CELAM ad Aparecida (2007) dello stesso Bergoglio a costituire per noi lo sguardo prospettico sull'evangelizzazione in questo continente. A quello la Chiesa fa riferimento, promuovendo soprattutto l'accoglienza dell'altro e la 'de-clericalizzazione' per favorire la missione laicale, laddove - come ha sottolineato il Papa in Equador - non bisogna confondere la diffusione del vangelo con il proselitismo ma attrarre attraverso la testimonianza, accettando e valorizzando anche il bene che viene fuori dalla Chiesa".

 








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