2015-07-08 14:59:00

Papa, Jorge Milia: "Il futuro in America Latina passa dalla democrazia"


Una lettura del viaggio di Papa Francesco in Ecuador, Bolivia e Paraguay alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa con Jorge Milia, giornalista e scrittore argentino, allievo dell'allora padre Bergoglio e amico del Papa.

Papa mediatore sociale 

Jorge Milia il Papa lascia l’Ecuador per la Bolivia. Si può  parlare di un suo ruolo di mediatore sociale in Ecuador ?

"Non so se il Papa sia stato un mediatore in Ecuador, ma ciò ci porterebbe a dire che, in questo caso, noi abbiamo il presidente Correa da un lato e l’opposizione dall’altro.  La realtà non è così semplice in Ecuador. Personalmente, diffido da quelli che vogliono perpetuare la loro presenza al potere: e i movimenti populisti dell’America Latina vogliono spesso questo. Arrivano al potere democraticamente, ma poi fanno leggi che gli permettono di essere rieletti a tempo indeterminato. Non parlo contro il presidente Correa, ma è un po’ difficile dire “questo è bianco, questo è nero”. Perché l’Ecuador non ha una grande libertà di stampa, perché i media sono talvolta costretti a parlare bene del governo o a non parlare". "La presenza del Papa è stata comunque importante per il Paese. Vedo questo viaggio come una nuova possibilità per l’Ecuador, una diversa opportunità, perché Francesco ha fatto un viaggio sul quale molti hanno messo lo sguardo. E’ tornato in Sudamerica, che è la sua casa, e già questo dà un carattere particolare al viaggio. E l’arrivo del Papa, secondo me, potrebbe portare risultati, diciamo, ambigui per l’attuale politica del Paese. Dovremo comunque aspettare per vedere il risultato di tutto questo sul piano sociale".

Il laicato cattolico in Ecuador, grazie alla presenza del Papa, potrà fare la differenza nella situazione sociale del Paese?

"Non perdiamo la speranza. La difficoltà è nel far conoscere le idee: dobbiamo pensare che una parte del laicato cattolico è in opposizione al governo. Ci sarà la possibilità di essere ascoltati? Non lo so. Il Papa non può rimanere in Ecuador per sempre. Penso che dobbiamo avere speranza in questo".

Jorge Milia, a giudicare dal gran numero di persone che ha seguito la visita del Papa, questa speranza sembra possibile….

"Francesco è tornato sul tema della famiglia, e la famiglia costituisce la grande ricchezza sociale: e questa è una situazione veramente insperata per l’America del Sud. Noi aspettiamo. il risultato è un po’ un finale aperto, da noi. Quando parlo di un finale aperto mi riferisco a tutti le attuali posizioni sulla sessualità, la teoria del gender, l’uguaglianza uomo – donna e la violenza contro le donne. Tutto questo è sulla pelle dell’America Latina". "Come se non bastasse, dobbiamo poi aggiungere tutte quelle chiese “cristiane” che si sono moltiplicate in tutto il Continente, soprattutto di origine brasiliana. Per questo parlo di un finale aperto. Come nella parabola, i semi non sempre cadono su un terreno fertile".

L'opzione dei poveri

Ma la preoccupazione del Papa è per gli ultimi, i poveri…

"Sì, è vero. Ma non dobbiamo dimenticare che il Papa ha parlato sempre della dignità del lavoro. Lui non vuole che si applichi il concetto del sussidio per i poveri. Il sussidio alla fine compra il voto: questo è un punto importante. Il sussidio è veramente un’arma politica di tutti i governi populisti. Ma il lavoro non c’è. Non si crea. Si compra il voto. Un sovvenzionato non è una persona con lavoro".

Il Papa in Bolivia e l'Enciclica 'Laudato Sì'

Jorge Milia, per analizzare ancora il viaggio in chiave sociale, la Bolivia si presenta sul fronte popolare come l’Ecuador?

"No. La Bolivia è differente rispetto all’Ecuador. Perché la Bolivia, come dice la sua Costituzione, è uno Stato plurinazionale, composto da più identità e lingue.  Per questo è un po’ diverso. Voglio dire che ha avuto un grande cambiamento". "Dobbiamo riconoscere che il presidente Evo Morales è un uomo spartano, un esempio per la gente, e questo non è così per tutta l’America. Evo Morales, quando viaggia, va in un albergo a tre stelle e non a cinque, usa aerei di linea … si è imposto una restrizione delle spese generali che è veramente esemplare. La situazione della Bolivia ha vissuto un cambiamento maggiore rispetto all’Ecuador".

In Bolivia, il Papa tornerà sui temi dell’Enciclica “Laudato si’”? C’è, per esempio, la questione legata all’uso della terra …

"Beh, abbiamo un problema in questo caso. Perché la Bolivia è un Paese che non sempre ha un utilizzo della terra che implichi il rispetto per l’ambiente, e ciò è un tema veramente importante. Abbiamo molti esempi di questi problemi nelle miniere, in Bolivia. Ma il Paese ha un’economia più forte, più sicura. Il cambiamento c’è, ma questa gente non parla della democrazia". "Evo Morales è al suo terzo mandato e ne vuole un quarto. E’ un po’ come il caso del Venezuela: l’elezione è indefinita. Credo che la gente debba avere una prospettiva del proprio futuro, ma una possibilità di futuro in America del Sud è imparare la democrazia, conoscere che tutti hanno la possibilità di ascoltare ma che non hanno bisogno di padroni. Da queste parti tutti vogliono fare il presidente e alla fine tutti sembrano dei monarchi".

Il Papa in Paraguay al confine con l'Argentina

Ultima tappa del Papa sarà in Paraguay. Paese, confinante con l’Argentina. Argentina e Paraguay come seguiranno la visita del Papa ?

"Sì, l’Argentina è più vicina al Paraguay che alla Bolivia. La prima ragione sono le distanze. Io parlo da  Salta, vicino alla frontiera, sono a 250 km dalla frontiera della Bolivia, mentre sono a 1.000 km da La Paz. Asunción ha una vicinanza importante con una zona densamente popolata dell’Argentina. Molti paraguayani vivono a Buenos Aires e  in altri luoghi dell’Argentina. Si stima l’arrivo di circa un milione di persone che partiranno dall’Argentina per andare ad Asunción. Argentini e paraguayani, che vogliono vedere il Papa ad Asunción. Molti paraguayani ne approfitteranno per tornare a casa loro, per vedere il Papa e i loro parenti. Ma non credo che tutti i paraguayani torneranno per vedere il Papa: ci saranno anche molti argentini che vengono da paesi vicini al Paraguay, come Misiones, Corrientes".

Perché il Papa conosce bene il popolo del Paraguay?

"Perché è andato qualche volta in Paraguay, perché ha visitato l’America Latina quando era provinciale dei Gesuiti in Argentina, e poi perché conosce i paraguayani che vivevano a Buenos Aires nelle baraccopoli ma anche chi vive in città, professionisti che vivono in Argentina pur essendo paraguayani". 

L'Argentina verso il voto presidenziale di ottobre

Jorge Milia, l’Argentina, che si prepara alle elezioni presidenziali di ottobre, come guarda alla visita del Papa?

 "L’Argentina è in campagna elettorale. Abbiamo avuto una tornata di elezioni domenica scorsa: sono elezioni che precedono quelle presidenziali  che si svolgeranno in ottobre. Penso che la gente qui voglia un cambiamento. Noi abbiamo un governo da 12 anni, abbiamo un’economia complessa, il Paese non ha possibilità di esportare, l’economia regionale è crollata… Bene, penso che la gente voglia un cambiamento. La gente vuole un po’ di democrazia".



 

 








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