2015-07-04 12:18:00

Francesco affida a Maria il suo viaggio in America Latina: prima tappa in Ecuador.


Inizia questa domenica il viaggio di Papa Francesco in America Latina. Alle 9.00 di mattina la partenza dall’aeroporto di Fiumicino. Alle 22 ora italiana, l’arrivo a Quito, capitale dell’Ecuador, prima tappa della nuova missione papale che si concluderà il 13 luglio. Un viaggio impegnativo che vedrà il Papa visitare in successione anche Bolivia e Paraguay. Tre Paesi  che alcuni osservatori hanno definito “periferia della periferia” , in linea con la logica pastorale cara al Pontefice. Come sempre in passato alla vigilia della partenza, il Santo Padre si è recato anche questa sera intorno alle 19 a Santa Maria Maggiore per raccomandare alla Vergine il suo imminente viaggio apostolico. Si è trattenuto in preghiera per circa 20 minuti. Il Papa ha anche deposto davanti all’immagine della Madonna un mazzo composto di fiori dei colori delle bandiere dei tre Paesi che visiterà. Sull’attesa in Ecuador, ascoltiamo il nostro inviato a Quito, Mario Galgano:

Il primo dei tre Paesi  visitati dal Papa è l’Ecuador, tra i più poveri del continente latinoamericano. La sua storia, fatta anche di conflitti e dittature, farà da sfondo importante. L´Ecuador cerca di riscattarsi anche attraverso la visita del Santo Padre, come hanno sottolineato gli organizzatori ecuadoregni del viaggio. La capitale Quito è pronta ad accogliere a braccia aperte il primo Papa sulla soglia di Pietro proveniente dall'America Latina. Strade pulite, forze dell'ordine al lavoro per la sicurezza e i luoghi degli incontri preparati ad accogliere il Santo Padre. Le aspettative sono tante, ma prevale soprattutto la voglia di abbracciare Papa Francesco. Unica incertezza: in alcune zone della capitale ci sono manifestazioni con migliaia di persone che protestano contro il governo, ma non sembrano intenzionati a “rovinare la festa di benvenuto”, come ha precisato un dimostrante ad una tv dell'opposizione. Dal canto loro, gli organizzatori cercano di non dare spazio ai politici per fare propaganda, ma di dare la possibilità alla gente di salutare “il loro” Papa Francesco.








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