2015-07-03 11:13:00

Mons. Spinillo su Carinaro (Whirlpool): si allontana un incubo


Dopo l’accordo di ieri al Ministero dello Sviluppo Economico sulla Whirlpool, oggi assemblea allo stabilimento di Carinaro, in provincia di Caserta. Il piano industriale, rivoluzionato rispetto al primo testo, cancella i 2 mila licenziamenti in tutta Italia e la chiusura del sito produttivo in Campania, mentre mantiene oltre 500 milioni di investimenti. Per il segretario generale della Fim-Cisl, Marco Bentivogli, viene restituita “una missione produttiva a uno stabilimento che nel piano industriale iniziale era completamente morto".  Soddisfazione anche nella diocesi di Aversa. Alessandro Guarasci ha sentito il vescovo, mons. Angelo Spinillo:

R. – Questo sembra allontanare un timore, un incubo in un certo senso, che pesava enormemente sulla situazione della nostra realtà sociale. La notizia che tutto questo viene ora ad essere sostituito da un nuovo piano - che prevede certamente una riduzione di personale, ma anche un accompagnamento per quelli che dovessero uscire dal lavoro e che modifica in parte il sistema di produzione - a noi fa piacere, perché soprattutto conserva nel territorio una struttura produttiva di notevole importanza per il numero delle persone coinvolte.

D. – Carinaro diventerà, in qualche modo, un po’ un centro all’avanguardia per la produzione di elettrodomestici. Questo vuol dire, secondo lei, che anche al Sud in sostanza si può fare una produzione di qualità?

R. – Io credo che il problema non sia più il luogo in cui si trova un sito produttivo, ma sicuramene anche le competenze e le capacità acquisite da lavoratori anche nel corso di questi anni, grazie all’impegno che hanno svolto nell’azienda. Credo che queste cose non siano più una difficoltà e credo che siano anche scelte che, di volta in volta, le direzioni fanno. Ci fa piacere che abbiano cambiato idea. Però nel giro di due mesi siamo passati dal crollo alla possibilità di edificare: allora questo vuol dire che dipende dalle scelte che si fanno. Però, forse, certe possibilità vanno valutate anche per tempo.

D. – Un ruolo importante lo ha avuto il governo. Lei che cosa chiede all’esecutivo affinché quell’area della Campania possa conoscere un “nuovo rinascimento” sociale ed industriale?

R. – Mi permetto, però, di dire anche che sono grato alla Prefettura della Casa Pontificia, perché ho chiesto che gli operai potessero essere in Piazza San Pietro con i loro striscioni e il 3 giugno scorso sono stati anche citati dal Santo Padre nei saluti. Il giorno dopo è arrivata la notizia che qualcosa di quel piano che sembrava portare alla chiusura della fabbrica si sarebbe potuto rivedere… Certo, il governo ha fatto la sua parte e noi siamo grati anche per questo: chiediamo, però, al governo di poter seguire sempre con attenzione e non solo come forma di mediazione, ma anche come possibilità di aiutare le comunità locali a progettare un po’ il loro futuro. Credo che su questo dovremmo fare un po’ di strada in più…








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