Tutte le istituzioni educative cristiane dello Stato di Chhattishìgarh “sono rimaste chiuse oggi in segno di protesta simbolica contro lo stupro della suora, per sensibilizzare sulla sicurezza delle donne nel Paese”. Con queste parole - riferisce l'agenzia Asianews - mons. Victor Henry Thankur, arcivescovo di Raipur, ha indetto oggi uno sciopero simbolico, in riferimento alle violenze subite da una suora cattolica nella notte tra il 19 e il 20 giugno scorsi, quando due uomini l’hanno drogata e legata, per poi abusare di lei.
La solidarietà delle Chiese e della società civile
Alla dimostrazione partecipano circa 30 istituti educativi gestiti dalla Church of
North India (Cni) e molte altre istituzioni private dello Stato del Chhattisgarh.
“La nostra – spiega il presule – è una chiusura simbolica e di protesta, per esprimere
il nostro dolore e la nostra afflizione per quello che è successo, che non è un problema
di importanza minore”. “Questo è un problema – spiega l’arcivescovo – che colpisce
la società civile, e noi siamo incoraggiati dal sostegno e dalla solidarietà che la
Chiesa cattolica sta ricevendo da parte di tutte le Chiese cristiane e anche dalla
società civile”.
La gente non è soddisfatta dalla lentezza delle indagini
Secondo mons. Thankur, “la società civile è sconvolta e indignata per la violenza
subita dalla suora e anche se le autorità stanno cercando di catturare i colpevoli,
la gente non è soddisfatta dalla lentezza delle indagini e desidera che sia fatta
giustizia in tempi brevi”. “Circa 30 diverse organizzazioni della società civile e
vari gruppi per i diritti delle donne – afferma il presule – stanno lavorando insieme
perché, come dicono loro, non si tratta di un problema solo della Chiesa, ma che riguarda
le donne e l’umanità intera. Questi gruppi sono infaticabili nel fare pressioni al
governo per avere indagini serie e affinché i colpevoli siano presi”.
La suora continuerà nel servizio disinteressato per la dignità delle donne
“Ho incontrato la suora – racconta mons. Thankur – e ho visto che la sua fede è incrollabile.
Anche se ha subito un trauma la sua dedizione e il suo impegno nella missione è risoluto.
È piena di coraggio. La sorella è impaziente che i colpevoli vengano portati di fronte
alla giustizia, perché sia dato un forte segnale ai responsabili di questi efferati
crimini contro le donne, e continuerà nel servizio disinteressato per la dignità e
l’uguaglianza delle donne e delle ragazze”. (N.C.)
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