2015-07-01 13:30:00

137 mila i rifugiati arrivati in Europa dall'inizio del 2015


Una cifra record di 137 mila migranti ha attraversato il Mediterraneo verso l'Europa, durante i primi sei mesi del 2015. Tra loro, la maggioranza era in fuga da guerre, conflitti o persecuzioni. I dati sono stati diffusi oggi a Ginevra sono dell'Acnur, Alto commissariato Onu per i rifugiati. Siria, Afghanistan e Eritrea i principali Paesi di provenienza. Il servizio di Adriana Masotti:

Sono per lo più rifugiati da proteggere gli uomini e le donne che attraverso il Mediterraneo arrivano in Europa. Il loro flusso è di “proporzioni storiche”, secondo l’Acnur. L’incremento degli arrivi da gennaio a giugno dell’anno in corso è del l'83% rispetto allo stesso periodo del 2014: 137 mila a fronte di 75 mila. Un terzo dei migranti arrivati via mare in Italia o in Grecia provenivano dalla Siria. Il secondo Paese di provenienza è l'Afghanistan, seguito dall'Eritrea, e in tutti questi casi, osserva l’Acnur, si tratta di persone aventi diritto allo status di rifugiato o ad altre forme di protezione. Un dato che obbliga a cambiare sguardo e politiche d’accoglienza. Mons. Giancarlo Perego, direttore di Migrantes:

 

“Effettivamente, i dati dell’Acnur confermano che una persona su tre ha attraversato il Mediterraneo in fuga da guerre, conflitti dimenticati, persecuzioni e disastri ambientali e quindi confermano la necessità di rafforzare le forme di protezione internazionale e di evitare, come tante volte si fa nel linguaggio politico, di utilizzare il termine 'clandestino', il termine 'respingimento', il termine 'rimpatrio' per queste persone. Quindil, mi pare che venga da questi dati un segnale molto chiaro sul rafforzamento di strutture e strumenti di accoglienza e di tutela di queste persone. I dati sull’Italia ricordano soprattutto le quattromila e più persone che sono arrivate dalla Nigeria e ci dicono come occorra preoccuparsi anche di chi è in fuga da una persecuzione politica, religiosa, e da tutte quelle situazioni drammatiche di cui stiamo tante volte parlando”.

Secondo il rapporto dell’Acnur, la rotta del Mediterraneo orientale, che va dalla Turchia verso la Grecia, ha ormai superato come numero di arrivi, quella del Mediterraneo centrale, cioè dal nord Africa verso l'Italia. Riguardo al numero dei morti in mare, il livello record è stato raggiunto ad aprile. Il successivo calo, ha osservato l'Alto commissario Onu per i rifugiati, Antonio Guterres, è "incoraggiante, segno che con la giusta politica, sostenuta da una risposta operativa efficace, è possibile salvare più vite in mare". Ancora mons. Perego:  

“Certamente, nei primi mesi del 2015, con l’abbandono di 'Mare nostrum', i morti sono aumentati. Soltanto in questo ultimo mese, con il ritorno a un’operazione più allargata di tutte le forze europee sul Mediterraneo e con un’attenzione non solo a presidiare i confini, ma con la centralità dell’attenzione a salvaguardare la vita delle persone, in mare si è arrivati a diminuire il numero delle morti. Quindi, occorre aumentare e rafforzare questo impegno comune nel salvataggio delle vittime in mare da parte di tutti i Paesi europei".

Che tra i migranti che arrivano via mare si confondano anche terroristi è un possibilità che alcuni ritengono molto reale e che richiederebbe maggiore rigore nell’accoglienza, come, ad esempio, nel chiudere gli accordi di Schengen. Una richiesta che trova d’accordo mons. Perego?  

“Assolutamente no. Proprio la necessità di una tutela della sicurezza del nostro Paese chiede un’attenzione a tenere fortemente l’accordo di Shengen proprio per evitare che le persone che stanno arrivando in Grecia e in Italia si concentrino e vengano fermate soprattutto in questi Paesi e soprattutto non vengano tutelate. E quindi a maggior ragione, Shengen aiuta ad arrivare a una consapevolezza europea della necessità della protezione internazionale, evitando che la necessaria identificazione non diventi un procedimento sommario per respingere le persone che invece hanno diritto a questa protezione internazionale”.

Insieme con gli altri direttori di Migrantes Europa e ai vescovi delegati delle Conferenze episcopali europee (CCEE) mons. Perego è a Vilnius, in Lituania, per partecipare ad un incontro sul tema delle migrazioni e della tratta degli esseri umani che si concluderà domani. Ci racconta che cosa è emerso finora:

"E’ stato molto evidente come la parola 'accoglienza' è stata la parola importante per tutti: è stata la parola chiave con cui leggere la situazione di oggi nell’Europa per quanto riguarda il discorso dei rifugiati. Il secondo tema che abbiamo trattato proprio oggi è stato quello della tratta degli esseri umani, portando anche qui a un’attenzione comune su questo dramma che interessa profondamente almeno 900 mila persone nel contesto europeo e che vede oggi, ancora una volta, l’Europa non essere attenta al punto tale da segnalare solo nel numero di 35 mila persone, nei propri rapporti, le vittime di tratta".








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