2015-06-30 14:37:00

Sinodo greco-ortodosso in Libano: Siria e cristiani perseguitati


La guerra in Siria, in Iraq e Yemen e il dramma dei cristiani in tutto il Medio Oriente, lo stallo politico in Libano, diverse questioni interne alla Chiesa greco- ortodossa: sono stati questi i temi al centro del Santo Sinodo della Chiesa greco-ortodossa, riunita nei giorni scorsi a Balamand, in Libano. 

In primo piano la guerra in Siria
La sessione – riferisce il comunicato finale ripreso dal quotidiano libanese l’Orient le Jour - ha permesso ai presuli di fare il punto sulla situazione  pastorale delle rispettive diocesi e anche su alcuni problemi interni alla comunità greco-ortodossa. Ma all’attenzione dei vescovi sono stati in particolare gli attuali conflitti in Medio Oriente. Il Santo Sinodo ha espresso “profondo dolore” per quanto sta accadendo in Siria, elogiando la determinazione dei fedeli greco-ortodossi siriani a restare in patria, nonostante i tentativi di impedire una convivenza pacifica nel Paese tra le diverse comunità. Esso ha inoltre esortato i leader mondiali a “non restare spettatori” di fronte del dramma del popolo siriano e a trovare una soluzione pacifica alla guerra che permetta la liberazione degli ostaggi, a cominciare dai due vescovi siro-ortodossi di Aleppo Boulos Yazigi et Youhanna Ibrahim, rapiti più di due anni fa.

L’appello ai leader libanesi
Durante i lavori si è parlato anche del perdurante stallo politico in Libano, da oltre un anno senza Presidente. I vescovi greco-ortodossi hanno reiterato l’appello ai membri del Parlamento libanese ad “assumersi le loro responsabilità verso la nazione e a rispettare la costituzione”.

Combattere l’ideologia jihadista
Dopo avere pregato per l’Iraq, lo Yemen e la Palestina, i presuli greco-ortodossi hanno poi ribadito la volontà di vivere pacificamente con la comunità musulmana, nell’uguaglianza dei diritti. Infine, il Santo Sinodo ha esortato tutta la società, senza distinzione di appartenenza religiosa, a combattere l’ideologia jihadista e la comunità internazionale a lavorare seriamente per trovare soluzioni pacifiche alle crisi che stanno sconvolgendo il Medio Oriente “indipendentemente dagli interessi delle grandi potenze”. (L.Z.)








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