2015-06-29 17:32:00

Merkel: se fallisce l'Europa fallisce l'Euro. Con noi Quadrio Curzio


“Se fallisce l'euro fallisce l'Europa". Lo ha affermato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, parlando al suo partito, la Cdu. Domani infatti scade il termine entro il quale la Grecia deve rimborsare il prestito al Fondo Monetario Internazionale, ma Atene non avrebbe intenzione di pagare. Forse nelle prossime ore un summit europeo straordinario. Di un rilancio delle trattative hanno parlato il presidente Usa Obama e il presidente francese Hollande. Alessandro Guarasci:

“"L'Europa deve essere in grado di trovare un compromesso di fronte ad ogni sfida". La Cancelleria tedesca Merkel cerca di ricucire all’ultimo minuto i rapporti con la Grecia. Ma poi accusa direttamente il governo di Atene, affermando che "dobbiamo constatare come una volontà per un compromesso del genere non c'era. Per questo è stato indetto il referendum". Possibili quindi nuove trattative dopo il referendum, ma la Germania non ha alcuna intenzione di influire sulla consultazione.

Ciononostante, non pochi politici tedeschi chiedono ai greci di votare si’ al referendum del 5 luglio, tra questi il Presidente dell'Europarlamento Martin Schulz convinto che il piano di riforme su cui il premier greco Tsipras chiede il consenso "pone le basi per lo sviluppo”. E con lui il presidente della Commissione Ue Juncker, che ribadisce come le istituzioni creditrici siano pronte a siglare un accordo con la Grecia sulla base dell'ultima  proposta presentata ad Atene. 

Pessimiste le borse, tutte in forte calo, con Milano che ha perso più del 5%. A 159 lo spread Btp-Bund anche se per tutta la giornata la Bce ha comprato titoli di Stato. Panico in Grecia, dove la gente cerca di prelevare contanti dai bancomat

 

Ma quanto rischia l'Eurozona da un possibile default della Grecia. Lo abbiamo chiesto all'economista Alberto Quadrio Curzio, dal prossimo 1° settembre presidente dell'Accademia dei Lincei:

R. – La solidità dell’eurozona c’è, anche perché la Banca Centrale europea ha adeguati strumenti di intervento, e dunque nel medio termine ci saranno certamente delle volatilità ma non effetti dirompenti. Tuttavia, l’eurozona stessa dovrà concepire una forma di governo che sia più adeguata alla natura di soggetti istituzionali che attualmente non esistono o comunque sono molto deboli.

D. – Dunque questa crisi in qualche modo impone all’eurozona di rivedere la sua governance, in sostanza?

R. – E’ esattamente così. Nella recente audizione di Mario Draghi al Parlamento europeo, egli disse che l’Europa necessitava di un salto significativo, dal punto di vista istituzionale: concordo pienamente con lui.

D. – Lei teme qualche sorta di contagio nei confronti dei Paesi periferici dell’eurozona – ci riferiamo a Italia, Portogallo e Spagna, dopo la Grecia, logicamente?

R. – Qualche tentativo della speculazione ci sarà, e tuttavia la situazione di questi Paesi è radicalmente diversa rispetto a quella della Grecia. Paesi che hanno un’economia reale – è il caso dell’Italia – solidissima; Paesi che hanno anche conti pubblici in ordine, malgrado abbiano – come l’Italia – un alto debito sul pil. Non possiamo fare confronti di questo tipo, tuttavia la speculazione ci proverà!

 








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