2015-06-27 15:30:00

Concluso Simposio docenti universitari incentrato su "Laudato si'"


Proteggere il Creato e i suoi abitanti approfondendo sempre di più il linguaggio della solidarietà e l’impegno di mettere l’uomo al primo posto nelle scelte politiche, economiche e sociali. Seguendo le linee guida dell’Enciclica “Laudato si'” con questi propositi si è concluso il XII Simposio Internazionale dei docenti universitari che si è svolto in questi giorni a Roma. “Papa Francesco - ha spiegato Bruno Botta, docente all'Università La Sapienza di Roma –  ci esorta  dicendoci che le cose possono cambiare. Oggi dobbiamo partire prima di tutto da una solidarietà che deve nascere nello scambio generazionale tra docenti e studenti e ricercatori. Tutti possono dare il loro contributo importante ma bisogna lavorare insieme non più singolarmente”. I temi più urgenti su cui i docenti sono chiamati a confrontarsi nella ricerca sono quelli dell’energia, dell’acqua, e del cibo, in una corsa contro il tempo, per salvare quelle popolazioni della Terra che a causa dei cambiamenti climatici, rischiano sempre di più di lasciare per sempre le loro terre.

“La Laudato si' è molto chiara - ha spiegato Luigi Nicolais, presidente del Consiglio Nazionale per le Ricerche – se non agiamo subito ci troveremo di fronte ad un mondo che non vogliamo. Ma per fare questo dobbiamo imparare a lavorare insieme. L’Italia è ancora un Paese in cui è radicato “Il possesso del dato”, ma solo condividendo con altri ricercatori le scoperte fatte da noi, queste diventeranno fruttuose per l’umanità”. E questo simposio prepara la strada delle università, verso il prossimo Giubileo della Misericordia.

“La conoscenza  - ha spiegato il vescovo Lorenzo Leuzzi, delegato per la pastorale universitaria - non è marginale rispetto al tema della misericordia. Anzi ne rappresenta la chiave interpretativa, e mediante l’esercizio della carità intellettuale, supera la pura interpretazione assistenzialistica e la proietta verso la progettualità. Il cammino che attende i docenti universitari, quindi, è l’impegno ad attuare il passaggio dalla misericordia assistenziale a quella progettuale”. (A cura di Marina Tomarro)








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