2015-06-26 08:08:00

Sudafrica, inchiesta strage Marikana. Polizia accusata


Sono state rese note, in Sudafrica, le conclusioni dell’inchiesta sulla strage di Marikana. Nella località mineraria, 34 persone persero la vita il 16 agosto 2012, quando la polizia aprì il fuoco sui partecipanti a uno sciopero non autorizzato. Proprio agli agenti e ai loro capi la commissione d’inchiesta varata dalle autorità attribuisce le maggiori responsabilità. Assolti invece i componenti del governo. il servizio di Davide Maggiore:

L’operazione di polizia “non si sarebbe dovuta svolgere”. La scelta di disperdere i manifestanti con la forza senza aspettare, infatti, rese “inevitabile” la tragedia. È con queste motivazioni che la commissione guidata dal giudice a riposo Ian Farlam chiede un’inchiesta sulle forze di polizia e sui loro comandanti nazionali. Le circa 600 pagine del rapporto, però, assolvono il ministro competente e soprattutto l’attuale vicepresidente della repubblica Cyril Ramaphosa, all’epoca azionista della Lonmin, la compagnia mineraria interessata dallo sciopero. L’uomo politico era stato accusato di aver fatto pressioni per un’azione contro i dimostranti. E se alla compagnia è stato rimproverato di non aver fatto del suo meglio per trattare con i manifestanti, i leader sindacali sono accusati di aver contribuito ad alzare la tensione. Sono molti dunque, secondo gli investigatori, i responsabili della peggiore strage del Sudafrica dal 1994, definita dal presidente Jacob Zuma “una tragedia orribile, che non ha posto in una democrazia”. Critico delle conclusioni, però, l’avvocato di vari minatori sopravvissuti, Dali Mpofu, secondo cui le indagini, ora devono continuare.








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