“Il Nepal non è solo, dobbiamo unire insieme tutte le forze”. Sono le parole pronunciate da Shusma Swaraj, ministro degli Esteri indiano, in apertura del suo intervento alla Conferenza internazionale sulla ricostruzione del Nepal, inaugurata ieri a Kathmandu. Presenti - riferisce l'agenzia AsiaNews - 300 delegati provenienti da 60 Paesi donatori, riuniti nella capitale nepalese per raccogliere fondi destinati alla ricostruzione del Paese devastato dal terribile terremoto del 25 aprile scorso.
Più di 43mila famiglie non hanno ricevuto risorse adeguate
Durante la seduta inaugurale i partecipanti hanno osservato un minuto di silenzio
in commemorazione delle oltre 8.700 persone che hanno perso la vita a causa del sisma.
Dopo l’ingresso del primo ministro Sushil Koirala sono stati anche proiettati filmati
che hanno mostrato la distruzione attuata dal potente sisma. Il terremoto infatti
ha distrutto quasi 530mila abitazioni e danneggiate altre 278mila. Molte famiglie
non possono ancora tornare a una vita normale dal momento che migliaia di persone
continuano a vivere in rifugi di fortuna e 117mila si trovano in campi all’aperto.
Finora le organizzazioni hanno distribuito 350mila tende nei 14 distretti colpiti
dal terremoto ma le stime riportano che più di 43mila famiglie non hanno ricevuto
risorse adeguate o non sono state raggiunte dagli aiuti umanitari.
Consistenti aiuti da Usa, Cina, Asia e Europa
Oltre alla signora Swaraj, ai lavori della Conferenza partecipano altre figure di
spicco, come iI ministro degli esteri cinese Wang Yi e l’ambasciatore statunitense
in Nepal Peter Bodde, che ha letto un messaggio di John Kerry, segretario di Stato
Usa, e ha annunciato che gli Stati Uniti doneranno 200 milioni di dollari destinati
alla ricostruzione del Paese. L’Asian Development Bank fornirà 600 milioni di dollari
e l’Unione Europea ha assicurato un ulteriore finanziamento di 100 milioni di euro
per creare un’area fiscale.
L'aiuto dell'India
Shurma Swaraj ha annunciato che il governo indiano donerà 100 milioni di rupie nepalesi
[circa 878mila euro - ndr] e ha espresso la vicinanza di tutta la popolazione dell’India.
“Siamo fianco a fianco con voi. L’operazione Maitri è la più grande operazione umanitaria
mai attuata dall’India all’estero e si aggira intorno ai 400 milioni di rupie nepalesi
[più di 3,5 milioni di euro - ndr]. Un Nepal più unito e fiducioso nascerà dalle rovine
della distruzione”. “Quello che serve adesso è istituire un programma di aiuto che
sappia bilanciare le richieste a breve termine con le necessità a lunga scadenza”,
continua il ministro. Chiamando iI legame che unisce Nepal e India come “Roti e Beti”
(“pane e figlia”), afferma che “bisogna rafforzare cultura, religione, tradizione,
lingua, letteratura e mitologia”.
L'Onu: garantire la sopravvivenza di coloro che sono scampati al sisma
La sfida ora è creare un’autorità che gestisca la ricostruzione e raccogliere 6,7
miliardi di dollari, somma necessaria per far ripartire il Paese. Jamie McGoldrick,
coordinatore umanitario delle Nazioni Unite in Nepal, avverte che la prima necessità
è garantire la sopravvivenza di coloro che sono scampati alla sciagura, dal momento
che si sta avvicinando la stagione dei monsoni. “La nostra attenzione - afferma -
deve essere rivolta agli accampamenti temporanei, a garantire cibo e mezzi di sussistenza,
cure mediche di base, sanità e igiene”. E ancora “il successo di qualsiasi sforzo
di ricostruzione si basa su aiuto e ripresa tempestivi, equi e giusti. La comunità
di aiuti continuerà a sostenere il governo nel suo sforzo di andare incontro ai bisogni
non soddisfatti della popolazione”.
Un milione di persone continua a richiedere assistenza per i pasti giornalieri
Su 125mila famiglie che hanno iniziato a ricostruire le proprie case, la maggior parte
con mezzi propri, 44mila ancora richiedono assistenza materiale, fra cui anche lamiere.
Le agenzie umanitarie stimano che più di un milione di persone continua a richiedere
assistenza per i pasti giornalieri. Più di 900mila dipendono dalla fornitura di acqua
e servizi igienici, comprese 2mila comunità che fanno affidamento sui kit per filtrare
l’acqua distribuiti dalle varie organizzazioni umanitarie. Inoltre 370mila bambini
non hanno accesso agli spazi temporanei per l’insegnamento.
Finora sono arrivati solo 153 milioni di dollari
La capacità di soddisfare le richieste dipende molto dai fondi per l’assistenza umanitaria,
distinti da quelli per la ricostruzione e lo sviluppo. Finora sono arrivati solo 153
milioni di dollari (il 36%) dei 422 milioni richiesti in aiuti umanitari. Altri 200
milioni sono stati forniti dal governo del Nepal attraverso pagamenti in natura o
bilaterali. (C.S.)
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