2015-06-25 14:17:00

Il Festival francescano 2015: un’ode a “Sorella Terra”


È dedicata alla “Sorella terra” l’edizione 2015 del Festival francescano che si terrà per la prima volta a Bologna dal 25 al 27 settembre. L’obiettivo di questo settimo anno della manifestazione è scoprire in che modo prendersi cura della Terra e come lasciarsi ispirare da essa, coma San Francesco nel suo “Cantico di frate sole”. L'evento è stato presentato presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. Il servizio è di Roberta Barbi:

Un tema impegnativo, quello scelto dal Festival francescano, che quest’anno vuole condividere a gran voce il messaggio di custodia del Creato che fu del Poverello d’Assisi; il pensiero non può non andare alla “cura della casa comune” espressa da Papa Francesco nell’Enciclica appena pubblicata “Laudato sii”, in cui pone un interrogativo fondamentale: “Come vogliamo lasciare il mondo alle future generazioni”? Ci risponde il presidente del Festival francescano, fra Alessandro Caspoli:

“Avendo un atteggiamento non consumistico nei confronti del Creato e quindi della Terra e di tutto quello in cui noi viviamo; avendo un atteggiamento di attenzione e di cura. È la cura che, forse, fa la differenza rispetto al vivere, sfruttare e utilizzare il luogo nel quale siamo. Penso che con l’Enciclica del Papa e con il Festival francescano si cerchi di sottolineare l’atteggiamento che gli uomini e le donne di questa Terra devono avere: una collaborazione reciproca nella costruzione del bene comune”.

Anche quest’anno oltre un centinaio di iniziative gratuite tra conferenze, workshop e appuntamenti dedicati ai più piccoli, per un festival culturale vitale che cerca di far arrivare anche ai più distanti i valori francescani di fraternità, umiltà, carità, dialogo e pace uscendo nelle piazze ad ascoltare, mettendosi in dialogo con il mondo ed evangelizzando “per attrazione”, proprio come faceva San Francesco e come propone oggi il Papa ponendo sempre al centro i poveri e le periferie. Una formula di successo ininterrotto dal 2009; ce ne svela il segreto fra Giordano Ferri, direttore del Festival francescano:

“È una formula che si sposa benissimo, credo, con il carisma francescano, perché anche San Francesco andava nelle piazze; anche Francesco non predicava nelle chiese, ma amava farlo più nelle piazze. Predicava, ma allo stesso tempo, a volte, cantava e a volte recitava. Cerchiamo anche noi - in questo pastiche culturale - di essere fedeli con più di 100 eventi - e di raggiungere un pochino il carisma di Francesco”.

Tanti gli eventi in calendario: da un convegno sul “Cantico delle creature” agli appuntamenti dedicati agli stili di vita sostenibili, dagli workshop sui diritti umani, sul cibo nella Bibbia e sul rispetto della natura a una lectio magistralis sul continente africano, "periferia delle periferie". Fiore all’occhiello del programma, è lo spettacolo “Earth Mass” in cui canto, musica e danza si uniscono e invitano a custodire il dono del Creato, a lasciarsi afferrare dalla sua bellezza cantando la riconoscenza a colui che ne è l’autore. Ce ne parla fra Giordano Ferri:

“Un magnifico spettacolo sul Cantico delle Creature, ‘Earth Mass’, la Messa della Terra - tradotto molto grossolanamente – è una Messa, un’opera di musica contemporanea, scritta nell’81, con musica jazz e spiritual; con ospiti, che eseguiranno brani solisti - Chiara Galiazzo, la vincitrice di X Factor 2012, e Giovanni Caccamo, che ha vinto Sanremo Giovani nell’ultima edizione - oltre ad Amanda Sandrelli, che farà delle letture del Cantico delle Creature, ma anche dell’Enciclica del Papa”.

Il 29 novembre 1979 Giovanni Paolo II proclamò il Santo di Assisi “patrono dell’ecologia”, colui che c’insegna a guardare il mondo con occhi nuovi, esperienza che è possibile solo cambiando la nostra realtà e restando uniti al Signore. Fra Alessandro Caspoli ci spiega come si può far arrivare il messaggio di San Francesco all’uomo di oggi:

“È sempre più attuale, perché oggi si rischia di perdere l’attenzione a ciò che sta intorno, anche alle piccole cose. Rischiamo di perdere la consapevolezza di ciò che utilizziamo, e la consapevolezza che ciò che utilizziamo viene da qualcun altro e che noi dobbiamo tramandarlo a qualcun altro, alle future generazioni, e che non è esclusivamente per noi stessi”.








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