2015-06-24 14:57:00

Le ombre di "Scientology" in un documentario di Alex Gibney


Esce domani nei cinema "Going clear: Scientology e la prigione della fede", il documentario di Alex Gibney sulla cosiddetta "chiesa" creata dallo scrittore di fantascienza Ron Hubbard negli anni '50, tratto da un saggio di Lawrence Wright. Un  percorso, tra storia e testimonianze, che mette lo spettatore dinanzi all'ambiguità di questa struttura, in cui la sua forza economica assume forme intimidatorie di potere mentre i suoi adepti sono legati con sistemi che arrivano al ricatto e alle violenze. Il servizio di Luca Pellegrini:

Un delirio fantascientifico che diventa teologia, una struttura efficientissima creata da Ron Hubbard, personaggio equivoco e assetato di fama e potere, che ingloba persone e ricchezze trasformando le aspettative di vita e di successo in prigioni psicologiche - e non solo - dalle quali è difficile, se non addirittura pericoloso o impossibile uscirne. Alex Gibney, documentarista americano, è avvezzo ad affrontare temi forti, scottanti. Lo ha già fatto con una indagine sugli abusi sessuali nel mondo della Chiesa cattolica. Talvolta nei suoi film questi temi, come in quel caso, li affronta senza creare alcun contraddittorio e con tesi che sono predeterminate.

Egocentrismo e violenza
In "Going clear", però, l'inchiesta sulla cosiddetta chiesa di Scientology - iniziata con la rievocazione storica della sua nascita, poi strutturata attraverso interviste a otto ex appartenenti a quel culto misterioso e bizzarro, tra cui il noto regista Paul Haggis e Mike Rinder, ex portavoce della "chiesa" - mette subito in chiaro come si tratti piuttosto di una setta assai ben organizzata e determinata. Egocentrismo di chi la dirige, sfruttamento delle persone più deboli, blandizie nei confronti di quelle potenti e ricche, violenze psicologiche e umiliazioni fisiche, paura per i ricatti e le intimidazioni: è una terribile verità quella che nel film i testimoni hanno avuto il coraggio di far emergere. Mentre è nota la fedeltà incondizionata che alcune star di Hollywood - John Travolta e Tom Cruise fra le più note - hanno sempre proclamato, con la loro adesione entusiastica e incondizionata. Importante per un’organizzazione che negli anni ha moltiplicato, più che i suoi adepti, un enorme patrimonio, alimentato continuamente dalle offerte alle quali tutti sono obbligati per salire nella scala gerarchica e nell'acquisizione dei misteri di una fede sconnessa, che mette in campo gli alieni e l'acquisizioni di poteri verso una vita illuminata e felice.

La privacy "estorta"
Fa paura anche come, per assicurarsi il legame di fedeltà, siano sistematicamente utilizzate forme ricattatorie che toccano la riservatezza e la privacy, informazioni estorte con una tecnica inventata da Hubbard, l'"auditing", cui tutti sono obbligati a sottostare. Insomma, Gibney, per quanto gli è stato possibile fare, cerca di rompere il muro delle omertà e dei segreti, cui anche il potere politico americano, si capisce tra le righe e le sentenze in tribunale, si è supinamente adagiato. Ma soprattutto è la condizione di fragilità delle vittime che crea un’enorme pena, il dolore in cui versano tante famiglie divise e braccate, sapendo anche quanto sia difficile poterle aiutare donando una liberta di scelta e di giudizio che sembra irrimediabilmente offuscata.








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