2015-06-24 13:45:00

Boko Haram usa bambini-kamikaze. P.Mauro: è mercificazione


Nuove violenze in Nigeria per mano degli islamisti di Boko Haram: più di 40 persone sono state uccise dall’inizio della settimana nel corso di diversi attentati nello Stato del Borno. Il coinvolgimento dei giovani, anzi dei bambini, nelle azioni kamikaze ha segnato gli ultimi episodi: ieri, a farsi saltare in aria in un mercato è stata una ragazza di soli dodici anni. “Fa rabbrividire una tale mercificazione del corpo dei bambini”, commenta al microfono di Gabriella Ceraso il missionario, padre Mauro Armanino, attualmente in Niger:

R. – L’uso dei bambini in guerra non è nuovo. Che siano ora ragazzine, quindi meno passibili di controllo, almeno fino a un certo punto, ma in sé il fenomeno non è nuovo. E’ inoltre da inserire in un contesto di utilizzo dei bambini in generale: nelle case come domestici, utilizzati nelle piantagioni, nelle migrazioni, come merce di scambio... O “fabbricati”, per esempio in Nigeria, dove le ragazze vengono pagate per generare e poi vendere i bambini. Mi pare che, nell’insieme, la logica in fondo sia la stessa. E’ una mercificazione che non può non far rabbrividire.

D. – Una sorta di risorsa che viene usata e poi gettata via, no?

R. – Esattamente. In questi casi è ancora più grave, perché c’è un’uccisione diretta anche di altre persone.

D. – Nella logica di Boko Haram c'è qualcosa di caratteristico, sotto questo punto di vista?

R. – L’uso da parte di Boko Haram dei bambini significa perlomeno due cose: primo, che è un gruppo che, quando arriva a questo punto, significa che non ha altre vie per poter agire o comunque si sono ridotte, per lo meno in certi ambiti e zone. Secondo, non fa che rivelare una volta di più l’intrinseca violenza che accompagna dalla nascita questo gruppo, che comunque va inserito in una Nigeria del Nord che da decenni è in una situazione deprecabile.

D. – In generale, lei che cosa pensa di quanto sta accadendo in Nigeria?

R. – Purtroppo, si pagano drammaticamente anni di manipolazione di questo gruppo, per fini politici. Poi, purtroppo, il mostro scappa a colui che lo ha costruito, da un certo punto di vista. Gli anni di Jonathan Goodluck certamente non sono stati molto utili in questo contesto. Bisognerebbe vedere quali sono le complicità esteriori, oltre che interne, a questo fenomeno che evidentemente ha preso radici e non sarà sconfitto dall’oggi al domani, finché – penso – non ci sarà un approccio più globale e non solamente di tipo militare.  

 








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